Il 12 Dicembre scorso gli abitanti della Nuova Caledonia hanno scelto tramite un referendum di rimanere parte della Francia. L’isola, che ha la stessa superficie del Veneto, dista 1.500 km dalle coste australiane, ed è una delle maggiori produttrici di nichel. La Tesla attinge a piene mani dall’ex colonia francese per le sue batterie.

Leggendo la notizia mi sono tornate in mente le parole di un abruzzese pittoresco incontrato in uno dei miei lavori itineranti. Luigi era un personaggio unico, seppure abbastanza caratteristico nell’azienda oil & gas per cui lavoravo. Fino a un paio di anni prima era un capo saldatore, ma nel nostro progetto in Kazakistan era stato promosso a capo cantiere dal construction manager che aveva trovato in lui il prototipo del “vero uomo” da tramandare alle nuove generazioni.

Ricordo una sua tipica tirata contro la Francia che era uscita dalle colonie attraverso la porta, per poi rientrare dalla finestra. Diceva che il Gabon e la Nigeria erano pieni di gallici che poi riportavano in patria tutti i guadagni. Luigi aveva idee granitiche anche sui gusti delle transalpine: «I maschi frangesi sono ammossciadi! La donna frangese vuole il negro e l’idaliano».

Pugni piantati sui fianchi, gambe divaricate, mascella volitiva, Luigi aveva la capacità di far girare la ruota (gli uomini) tenendola sempre in movimento anche in periodi di poco lavoro.

Il lato più sorprendente di quel personaggio era la sintesi verbale apocalittica. Un giorno Vito citò un sondaggio Istat secondo cui il sesso, non i soldi, era la principale causa di divorzio tra marito e moglie. Luigi lo guardò con commiserazione e poi esclamò: «Vido: non gabisci mai un gazzo. Siamo NOI che digiamo all’Isdad, non è l’Isdad che dige a noi!».

La Nuova Caledonia era diventata una colonia francese nel 1853, sotto Napoleone III. L’elettorato sull’isola è ancora molto diviso, ma i contrari all’indipendenza preferiscono di gran lunga rimanere sotto l’ombrello francese, piuttosto che rischiare di venire inghiottiti dai cinesi, che trattano quella zona dell’Oceano Pacifico come il loro giardino di casa.

 

PS: l’immagine del caco non c’entra nulla con la Nuova Caledonia, ma molto con me.

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