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Danza nei cieli col suo spettacolo di luci rosse, viola, blu e verdi. Catturarla è difficile ma non impossibile nelle lunghe notti fredde delle Isole Lofoten, drappeggiate attraverso le acque turbolente del Mare di Norvegia, molto al di sopra del Circolo Polare Artico.  Una tavolozza di colori quasi uscita dall’opera astratta di un pittore  che fin dall’antichità indicava la via al popolo Sami nelle lunghe ore della notte artica. Un raro avamposto deserto quello di questo pugno di isole  che offre un paesaggio di spettacolari montagne, fiordi profondi, colonie di uccelli marini e lunghe spiagge per il surf. Tanto da ammaliare, nei secoli, pittori, artisti e viaggiatori. Da sempre. Una natura scandita dal ritmo lento delle stagioni e resa generosa dalla calda corrente del golfo che regala un microclima particolarmente dolce.

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Tra natura e arte open air

Si stagliano nel cielo blu della romantica Svinøya gli alti graticci per l’essicazione del merluzzo, da sempre la grande ricchezza di queste isole. A fianco, le nuances rossastre delle rorbu, le tipiche casette dei pescatori, oggi trasformate in accoglienti resort (http://svinoya.no/). Poste su palafitte, si affacciano direttamente sul mare regalando scorci unici fin dalle prime luci dell’alba, soprattutto d’inverno. Si solcano le onde del mar artico lungo il Trollfjord, un concentrato di bellezza nordica dove  vette spettacolari scendono a picco sul mare. Volteggiano tutt’intorno, in cerca delle ambite prede, maestose aquile di mare, tra i più grandi rapaci in Europa con un’apertura alare che arriva fino a due metri e mezzo. Più a nord il mare regala ancora emozioni uniche, soprattutto ad Andenes, nell’arcipelago di Vesterålen, che, con la sua posizione privilegiata nei pressi degli abissi marini, è in ogni stagione luogo d’elezione per l’avvistamento dei cetacei. Tè fumante in mano e avvolti da pesanti tute termiche si scrutano le onde alla ricerca di capodogli, balene e pure orche (www.whalesafari.no).  Il tocco dell’uomo in questi paesaggi immensi si posa leggero qua e là.

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Opere d’arte contemporanea (www.artscape.no) en plein air si stagliano improvvisamente all’orizzonte. Come quella dell’artista statunitense  Dan Graham, nei pressi del vecchio imbarco di Lyngvær a Vågan. Che a prima vista  non sembra essere presente in forma materiale, ma piuttosto come qualcosa che cattura la luce e l’immagine del paesaggio circostante. Un’opera che è immagine, oggetto, forma architettonica ma soprattutto evento. Un omaggio agli uccelli è invece quello del nostro Luciano Fabbro sull’isola Vedøy. Una scultura, il Nido, che è insieme natura e cultura con le uova che rappresentano l’inizio della vita e le colonne i periodi di grandezza del passato.

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La luce del giorno si riflette sulla coltre di neve che imbianca ovunque un paesaggio da favola. In mezzo ad una selvaggia distesa bianca, si prova l’ebbrezza del mushing, la corsa sulle slitte trainate da splendidi husky, tra valli scoscese, laghi gelati, boschi frondosi e ripidi versanti. E la sera comodamente seduti su pelli di renna si attende l’arrivo della luce danzante. Pronti ad avvistare l’aurora boreale?   Info: www.visitnorway.it/cosa-fare/attrazioni-naturali/aurora-boreale/, www.visitnorway.it. Per i più tecnologici c’è pure un’app ( https://norway-lights.com)  tutta dedicata all’aurora boreale. Crediti: Elena Barassi, Andrea Giubelli – Visitnorway.com, Stockshots – Visitnorway.com

di Elena Barassi @elena_barassi