Venezia Orientale: a ritmo lento nella laguna che cambia

 

Erano le terre della bonifica, delle ultime lagune e delle oasi naturali.
Oggi quei luoghi, tra la Serenissima e il Friuli Venezia Giulia, sono una nuova frontiera da esplorare, a passo dolce.

 

Di Camilla Golzi Saporiti

 

 

 

Lontano dalle folle e in controtendenza rispetto alle mode, quel tratto a cavallo tra costa ed entroterra che si muove da Venezia a Lignano Sabbiadoro, trovando in Jesolo il centro ideale, si profila come una nuova frontiera da esplorare a ritmo dolce. Una frontiera fatta di terre che un tempo non c’erano. Una frontiera nata all’insegna della bonifica che, silenziosa, ha dato vita a lagune e oasi naturali, a spazi innerviati di fiumi e canali che tutt’ora non hanno neanche un nome. Per alcuni è l’Alto Adriatico, per altri il Veneto Orientale, per altri ancora la Venezia Orientale. Ma c’è a chi piace definire questo territorio come una sorta di Olanda del Nord-Est. Fatto sta che questo pugno di terra e acqua adesso ha da dire e da raccontare, forse anche da far parlare un po’ di sé. Per rendersene conto basta un weekend, un long weekend o una settimana d’estate da trascorrere alla scoperta di questi luoghi capaci di accogliere e sorprendere. In positivo. Perché da meta prediletta per vacanze estive e buen retiro di veneti, tedeschi, austriaci e cechi, che continuano a gonfiare l’alta stagione agostana, sono rinati all’insegna di un turismo a ritmo lento e di un’hôtellerie improntata su comfort e design made in Italy.

 

Jesolo contro ogni aspettativa

 

A dimostrarlo l’insospettabile Jesolo. Da destinazione disseminata di camping e bed&breakfast vocati al grande turismo familiare, è cambiata. Alberghi dai bianchi corpi geometrici si sono alzati in silenzio sulle rive adriatiche, richiamando l’attenzione di architetti affermati. Di fronte al mare svettano ora edifici di vetri e specchi che all’interno accolgono in ambienti luminosi, con arredi moderni e servizi di livello. Succede così al pluripremiato cinque stelle Almar Jesolo Resort & SPA (www.almarjesolo.com). Con ampia spiaggia privata, è affacciato sul mare argenteo e circondato da giardini contornati di palme e roseti. E qui spicca sul Lido di Jesolo, anche quest’anno Bandiera Blu, non solo con la sua moderna struttura di design, ma anche con la filosofia con cui si dedica ai propri ospiti. Mira, e si percepisce appena varcato l’ingresso della reception, a offrire una permanenza all’insegna del relax deluxe. Dai lounge bar vista mare al ristorante gourmet Mediterra, dall’ampiezza delle camere alla luminosità degli ambienti comuni, dalla piscina esterna di 70 metri (riscaldata a tre diverse temperature, dai 27 ai 30 gradi), ai lettini riservati sulla sabbia, nulla è lasciato al caso. Tutto è progettato per conciliare la vacanza dell’ospite. E lo è in particolare l’Almablu Wellness & Spa, fiore all’occhiello del resort. Si tratta di 2mila mq di oasi di benessere dove rigenerarsi, tra massaggi, saune, docce emozionali, bagni di vapore e trattamenti di ogni tipo.

 

Tra borghi e città sotto il livello del mare

 Non solo Jesolo, spiagge e mare. Anche i dintorni sono da ri-considerare. In pochi chilometri si possono raggiungere tante mete d’interesse e tra loro molto diverse. Dalla sempre magica Venezia alle pittoresche isole della sua laguna, alla discreta Treviso, fino alle colline di Valdobbiadene, si ha l’imbarazzo della scelta. Altrimenti vale la pena inoltrarsi nelle campagne, magari percorrendo una delle molte ciclabili a disposizione. Si può così entrare davvero in contatto con il territorio figlio della bonifica, che oggi apre scorci e realtà che superano le aspettative, conquistando. È costellato di borghi sospesi tra acqua e cielo, dove il tempo pare essersi fermato. A partire dall’antico Lio Piccolo per arrivare a Cavallino, una Venezia di terraferma, appoggiata alla laguna e arginata dal mare. Non un’isola, non una penisola: una striscia-cerniera tra barene (distese piatte bagnate dalle acque) e mare. Per viverla bisogna salire in mascareta, l’imbarcazione a fondo piatto per solcare la laguna, assecondare il piatto del paluo (la palude lagunare) e ascoltare il silenzio della natura.

 

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