La metropoli della Florida ha molto da offrire in tema green e sostenibilità. Oltre ai luoghi cult, i locali, la vita notturna e le spiagge assolate

di Elena Barassi

@elena_barassi

Le iconiche lifeguard towers, fusione tra arte e architettura, come è in fondo lo stile che caratterizza William Lane, si stagliano nel cielo turchino di Miami Beach. Sono il simbolo di una città che non smette mai di sorprendere e di reinventarsi. Gettate le spalle alla infinita distesa di sabbia bianca che delinea South Beach, l’Art Déco è uno stile di vita, soprattutto lungo la celebre Ocean Drive, dove potenti cabrio rombano a tutto volume e nei locali i decibel risuonano sin dal mattino.

Miami

Una concentrazione di edifici color pastello, impreziositi da elementi glamour, da finestre a oblò e curve lucenti, blocchi di vetro e accenti cromati su cui svettano le celebri insegne al neon, si dipana anche sulla Collins Avenue e la Lincoln Road, delineando la più vasta collezione Art Déco open air e meglio conservata al mondo. Da Casa Casuarina, magione del compianto Gianni Versace, oggi un boutique hotel a 5 stelle, al Pelican, straordinario esempio di questo stile, alla sagoma dell’insegna Tiffany di The Hotel of South Beach, progettato nel 1939 da L. Murray Dickson, all’Ex Hoffman’s Cafeteria, l’edificio, dalle linee arrotondate, ideato da Henry Hohauser, South Beach regala uno spaccato dei ruggenti anni ’20 e ’30. Vivace mosaico di culture differenti, Miami offre un punto di vista sorprendente sulla cultura cubana, e, in generale, ispanica. Un piccolo mondo a sé, Little Havana è tutta racchiusa tra il Maximo Gomez Park, dove gli anziani immigrati si sfidano ogni giorno in accese partite di domino e Calle Ocho, che ospita un’originale Walk of Fame, botteghe dei più celebri sigari al mondo e vivaci opere di street art.

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Più concettuali i murales di Wynwood, il cuore artistico e un po’ hipster della città, un tempo quartiere di vecchi magazzini e oggi la mostra di arte di strada permanente più estesa al mondo grazie a Tony Goldman, l’immobiliarista che ha inventato la Miami contemporanea. Un work in progress in cui fanno capolino l’omaggio di Alec Monopoly a Virgil Abloh e nuovi murales di Bicicleta Sem Freio, DULK e Drik The Villain che si affiancano ad indiscussi street artist come Shepard Fairey e il newyorkese Ryan McGinness. Il cambiamento climatico sembra aver assunto un ruolo chiave nello sviluppo sostenibile di Miami che ora, come non mai, volge lo sguardo verso il green. Tra i tanti progetti, il punto di ritrovo più cool della città è diventato l’Underline, un percorso urbano che copre 10 miglia, appena a nord della stazione metropolitana di Brickell. Qui si socializza tra arte open air, tavoli da ping pong, serate di cinema e musica dal vivo, con lo sguardo rivolto a rigogliose aiuole di piante autoctone e giardini di farfalle.

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La nuova opzione di trasporto ecologica della metropoli si chiama Brightline, l’unica ferrovia interurbana di proprietà e gestione privata negli Stati Uniti. Completamente green e con servizi da first class, che includono anche stilose lounge e accesso prioritario, collega la downtown con l’aeroporto, alcune zone clou della città e da settembre arriva pure ad Orlando in sole 3 ore. Un parco urbano incastonato nella baia di Biscayne, l’Oleta River Park, originariamente conosciuto come Big Snake River, un’area appartenente agli indiani Tequesta, è un mondo silenzioso di intricate mangrovie native della Florida che costeggiano le sponde del fiume Oleta fino alla baia. Scenografici intrecci di piante, che svolgono pure una sorta di protezione delle coste dai danni dell’erosione e degli uragani, accompagnano il lento pagaiare dei visitatori a bordo del proprio kayak o paddleboard fino al grande estuario di Biscayne Bay, un universo di isole artificiali su cui si affacciano lussuose magioni di celebrities e rock star.

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Appena a nord della baia, gli Everglades sono la più grande riserva naturale subtropicale protetta del Nord America. Una tentacolare zona umida subtropicale di paludi, mangrovie, foreste e praterie di marna, dove vivono coccodrilli, alligatori, pantera della Florida, lamantini ma pure uccelli trampolieri, rapaci e uccelli migratori. John Tigertail è cresciuto qui. La sua gente, i nativi americani Miccosukee, vive nelle Everglades di Miccosukee da un secolo e mezzo. Il suo airboat scivola dolcemente sulle acque poco profonde di una palude erbosa, facendo tappa sull’isola dei cipressi,  parterre di un tradizionale accampamento indiano per poi riprendere la corsa mentre in cielo volteggiano grandi aironi blu.

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Lusso ma in chiave green, The Palms Hotel & Spa, nel cuore di Mid Beach, è un’armonia di lussureggianti giardini fronte oceano, piscine in stile laguna e un interior che gioca con toni neutri e tocchi arancio e blu turchese. E un ristorante, l’Essencia, con terrazza affacciata sull’oceano, i cui menù sono un inno alla stagionalità ed al biologico. La serata a Miami inizia con un cocktail di ispirazione messicana creato dalla famosa mixologa Christine Wiseman, accompagnato da fragranti tortillas di mais provenienti da piccole fattorie di Oaxaca da assaporare da Hoja Taqueria, a cui segue una cena in puro stile americano con influenze caraibiche al 27 Restaurant & Bar.

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Ambientazione glamour con vista sulla baia per l’Amara at Paraiso  dove chef Michael Schwartz, precursore della cucina contemporanea di Miami che punta sempre più a menù biologi e prodotti di provenienza locale, ammalia con audaci sapori latinoamericani. Si vola a Miami con Air France via Parigi. Volando in Business Class, in cui i più grandi chef stellati francesi  propongono composizioni vegetariane oltre a raffinati piatti a base di carni o di pesce, si accede alla scenografica lounge di Parigi CdG, progettata da Jouin Manku e dal designer francese Patrick Jouin.

 

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