Marocco da scoprire

 

Un itinerario nel deserto
del Sahara da Marrakech

 

Di Camilla Rocca

Un deserto dalle sfumature rosse e in lontananza la catena dell’Atlante innevata. Nel mezzo qualche palma e rocce scolpite dal vento. Oggi lande solitarie, ma nel passato furono punto di incontro di ricchi commercianti. Se le montagne potessero parlare, racconterebbero di fiumi di oro, di briganti, di scambi di spezie, schiavi, pelli e datteri. “Gente del deserto e di poeti”: così descrivono i cittadini di Marrakech gli abitanti di questi luoghi dagli occhi profondi e sereni ma dagli zigomi scolpiti dal vento e dalla pelle bruciata da un sole che non perdona. “Un luogo freddo dal sole caldo”, così invece descrivono i loro luoghi i locali.

 

 

 

La Mecca del cinema del Marocco

Dal nome che sembra uno scioglilingua non si direbbe mai che Ouazarzate, chiamata dai local “la porta verso il deserto”, nel passato sia stato un punto nevralgico per i commerci: grazie alla sua  posizione strategica tra Marrakech e l’Africa continentale, è la più grande delle città nelle oasi pre-sahariane del Marocco. Per secoli fu una stazione di posta per le carovane dirette a Timbuctu, l’odierna Mali, ma la vera svolta della cittadina avvenne negli anni Venti, prima avamposto del colonialismo francese e poi, nei dorati anni Cinquanta, si consacra come a nuova Hollywood, conosciuta infatti Ouallywood nello slang internazionale.  Diventa così un importante set cinematografico en plein air dove sono stati girati film ambientati in località esotiche, remote o non più esistenti come il Tibet, l’Antica Roma, la Somalia, l’Antico Egitto, Israele. A 5 km dal centro di Ouarzazate si possono visitare gli imponenti Atlas Film Corporation Studio, i primi a essere fondati nell’oasi nel 1983 da Mohammed Belghini, ricordati come il glorioso set de I gioielli del Nilo e Le crociate. Altra tappa imperdibile è il Museo del Cinema: Cleopatra, Asterix e Obelix, Laurence d’Arabia, Prince of Persia, Alexander ma anche tanti film sulla natività hanno preso vita qui. Maestranze locali specializzate e riad a basso costo hanno fatto fiorire una nuova industria all’alba dei colossal. E oggi anche la cittadina sta vivendo una rinascita, con un importante ristrutturazione del centro storico voluta dal governo che finirà nel 2025, lasciando però intatte le verdi palmeraie a perdita d’occhio.

 

 

 

Il Gladiatore, Lawrence d’Arabia, La Mummia tutte girate alla  Kasbah Aït Benhaddou

La Kasbah Aït Benhaddou è un sito storico e culturale situato lungo la rotta delle carovane nel deserto del Sahara e riconosciuta come Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 1987, questa antica kasbah è un esempio straordinario di architettura tradizionale marocchina e un’icona della cultura berbera. Un  complesso fortificato costituito da un insieme di edifici di terra cruda, costruiti lungo una collina rocciosa che domina la valle del fiume Ounila. È circondata da mura difensive merlate, con torri angolari e cortine interne che separano le abitazioni e i vicoli interni. Le case sono costruite con tecniche di costruzione in terra, usando materiali locali come paglia e fango, che conferiscono alla kasbah il suo aspetto distintivo e dove è bello perdersi nelle viuzze o raggiungere la sommità della cittadella per ammirare il panorama.

La Kasbah Aït Benhaddou è stata utilizzata come set cinematografico per numerosi film e serie TV, tra cui “Lawrence d’Arabia”, “Il Gladiatore” e “Game of Thrones”. La sua atmosfera pittoresca e il paesaggio desertico circostante hanno reso questo luogo una location ideale per le riprese di produzioni ambientate in epoche antiche e in scenari esotici.

Oltre al suo significato storico e cinematografico, la kasbah è anche una testimonianza della vita tradizionale delle comunità berbere che un tempo abitavano la regione. Le abitazioni, i cortili e i palazzi all’interno della kasbah mostrano l’arte e l’artigianato locali, con decorazioni intagliate e colori vivaci che riflettono la cultura e le tradizioni del popolo berbero.

 

 

 

 

Merzouga: la porta verso il deserto del Sahara

Da Ouzazade è il regno del deserto e di panorami lunari, intervallati da valli e oasi, fino ad arrivare a Merzouga, il punto di arrivo per vivere il sogno del trekking nel deserto. Questa città, non lontana dal confine con l’Algeria, è rinomata per i tour che partono verso le grandi dune di Erg Chebbi, che si estendono per quasi 30 km da nord a sud, con altezze fino a 160 metri. Queste grandi dune, le più alte del Marocco, offrono uno spettacolo magnifico: il momento migliore per visitarla sono i mesi invernali e fino alla primavera, quando Erg Chebbi si trasforma in un paesaggio unico con la formazione del Lac Tamezguida o Lago di Merzouga, che attrae numerose specie di uccelli del deserto, come sterpazzole, gruccioni di Persia e garruli fulvi, e talvolta anche fenicotteri.

Il consiglio è quello di passare uno o due giorni nel deserto per approfittare dei trekking in dromedario al tramonto (non esistono cammelli in Marocco), dell’esperienza delle notti in tenda, dell’emozione delle corse in fuoristrada o in quad o infine provare a fare il sandboarding, il nuovo sport del momento, ovvero scivolare sulle dune di sabbia come nello snowboard, ma è molto più facile e meno pericoloso del cugino “nevoso”.

Merzouga rappresenta quindi una tappa imperdibile per chi desidera scoprire il Marocco più autentico e immergersi nella bellezza selvaggia del deserto, con l’opportunità di vivere esperienze uniche e indimenticabili tra le suggestive dune di Erg Chebbi.

 

 

 

 

Per info e prenotazioni: visitmorocco.com

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