Viaggio in Galizia
Nell’estremo lembo d’Europa
Tra gli antichi fari
della Galizia
Nordés è il vento
che anticipa il sole
Testo e foto di Anna Maria Catano
Il Faro di Finisterre è uno dei siti più visitati della Galizia spagnola. Segnava la fine del mondo antico, quando la conoscenza umana si fermava alle colonne d’Ercole. Per i Romani l’ultimo pezzo di terra prima di un oceano sterminato. Costruito nell’estremo lembo dell’Europa occidentale (finis terrae), sul promontorio omonimo, è ancora oggi punto di riferimento per le navi di passaggio e per i pellegrini che vi si recano, rigorosamente a piedi, da Santiago de Compostela al termine di un lunghissimo cammino.
Ma il faro di Finisterre, costruito nel 1853, ha soprattutto illuminato la rotta delle tante imbarcazioni che s’avventuravano nell’Atlantico. Un tratto di mare difficile, quello della costa atlantica, soprannominato Costa da Morte proprio per il gran numero di naufragi succedutesi nei secoli. Tuttora su quei fondali giacciono gli scheletri di migliaia di navi. Tra le prime che la storia ricordi ben venticinque velieri che facevano parte della flotta di Filippo II il Bello, l’Invincibile Armata: andarono a picco il 28 ottobre 1596.
Il Faro di Finisterre è dotato di due trombe, oggi in disuso, che in caso di nebbia emettevano due suoni acutissimi al minuto che potevano essere uditi a 25 miglia marine di distanza, cioè a circa 46 chilometri. Mentre pochi metri più in alto un’altra struttura militare, trasformata in albergo rurale, regala una vista impagabile ai suoi visitatori (sette stanze).
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Nordés è il nome del vento che anticipa il bel tempo. Arriva dall’Atlantico e soffia sulle coste della Galizia dissolvendo la nebbia mattutina. Spazza via il grigiore lunare che caratterizza questo tratto di scogliera e dà luce all’azzurro profondo dell’oceano e al chiarore della spuma che continuamente s’infrange sugli scogli.
Bianco e blu: i colori della bandiera galiziana rivestono anche la bottiglia del gin Nordés che ispira subito allegria.
Una storia di successo e ingegnosità.
Tre amici seduti al tavolino di un bar, una quindicina di anni fa, nel 2012, decidono di provare a macerare un liquore dai sentori morbidi e dall’inebriante profumo di ginepro. Il risultato? Cinquemila bottiglie da distribuire agli amici. Ma il successo arriva presto: oggi il gin Nordés – nel frattempo acquistato dal gruppo spagnolo Osborne – distribuisce un milione 600 mila bottiglie in 40 Paesi.
A Casa Nordés, a una ventina di chilometri da Santiago di Compostela, si entra subito nel mondo di un gin che racchiude la personalità aspra del territorio e la forza delle sue brezze marine.
Le vigne dell’Albariño, uva bianca, da cui nasce il distillato, sono tutt’intorno.
Poco distante c’è l’orto dove vengono coltivate le indispensabili erbe aromatiche. Nordés è infatti caratterizzato dalla macerazione separata di ben undici botaniche. Sono sei in particolare le piante selvatiche della Galizia che legano indissolubilmente questo gin alla sua terra e che gli regalano un inconfondibile aroma: la salvia, l’alloro, la verbena odorosa, l’eucalipto, la menta piperita e la salicornia, una pianta che cresce su suolo salmastro. Le altre cinque arrivano d’oltremare: sono il ginepro, lo zenzero, il cardamomo, i fiori di ibisco e il tè nero.
La visita continua poi davanti all’area della macerazione e della distillazione. Infine – poteva mancare? – l’atteso momento della degustazione.
Ultima novità? Nordés “illumina” il mercato con una edizione limitata ispirata ai fari galiziani. L’iconica bottiglia che già disegna un mondo blu ad ali di gabbiano sul bianco del contenitore avrà un design luminescente: è l’Atlantic Magic Collection, gin premium omaggio all’oceano Atlantico e alla Galizia.
I fari che si susseguono lungo i 1500 chilometri di costa galiziana e che per secoli hanno segnato rotta e approdi ai naviganti sono diversi. A Coruña spicca il più antico funzionante al mondo, mentre Finisterre è il luogo che ogni anno accoglie il maggior numero di visitatori.
La limited edition di Nordés gin, però, s’ispira al Faro de Punta Nariga, esempio di integrazione tra architettura e paesaggio. Alto cinquanta metri ricorda la prua di una nave ed è noto per essere il più moderno e all’avanguardia di quel tratto di costa spagnola.
Per maggiori informazioni: www.spain.info; www.turismo.gal