Valencia, viaggio nei sapori di Spagna
VIAGGIO NEI SAPORI
DI SPAGNA
A Valencia, la città della Paella, e non solo
Parco Naturale dell’Albufera è la culla
del celebre piatto nazionale famoso ovunque
di Cristina Morisi
Chi dice «Valencia», pensa subito «paella». Il terzo centro iberico più popoloso, però, vanta anche più della fortunata ricetta a base di riso: capoluogo di Comunità Autonoma con lingua propria, racchiude in sé spiagge sul mare e quartieri industriali, edifici avveniristici immersi nel verde disegnati per lo più dall’archistar Calatrava, come quelli della Città delle Arti e delle Scienze, e un antico centro storico dai monumenti Patrimonio UNESCO. Le sue vie, a metà marzo, risuonano dei canti e della musica di dolzainas e tabaletes che accompagnano i carri decorati con i ninots per le ormai proverbiali Fallas.
Chi desidera allontanarsi dal clamore della città, trova, a una ventina di chilometri nell’interno, una riserva naturale di 21mila ettari intorno al Lago dell’Albufera («laguna» in arabo), cui deve il nome. Un’escursione in barca fa ammirare il riflesso sull’acqua del tramonto dietro le vicine montagne, scoprire gli isolotti e, nei folti canneti di giunchi e mazzesorde, le specie protette di animali e uccelli, tra cui aironi, garzette e diverse tipi di anatre. Sulle rive, si estendono le risaie, coprendo con la loro vastità più della metà della superficie lacustre.
La risicoltura nella zona risale a 1.200 anni fa e ha inciso in modo indelebile il territorio. Tra i canali, sono ancora visibili le chiuse per impedire l’infiltrazione della dannosa acqua marina, le case dei guardiani, i magazzini di stoccaggio e le «barracas», le bianche dimore dei contadini dai caratteristici tetti di vimini e le aie, dove ancora oggi si organizzano feste e assaggi. Le tradizioni della dura vita degli agricoltori sono state tramandate e, per quanto possibile, conservate. Tre sono le varietà qui coltivate utilizzate tradizionalmente per la paella: Albufera, Senia e il delicato Bomba, tutte contrassegnate con il marchio di Denominazione d’Origine.
Assistere alla preparazione della pietanza nella caratteristica pentola è il culmine della visita a un’azienda risicola, in cui si apprende quando aggiungere lo zafferano, gettare il riso e che l’unione tra carne e pesce è la manipolazione turistica di un cibo di norma accompagnato solo da uno dei due ingredienti.
Se si cercano gusti gourmand alternativi, ci si può recare nella cittadina di Dènia, sulla strada per Alicante; fra i suoi ristoranti stellati, quello del fascinoso Quique Da Costa lusinga il palato, nel percorso di degustazione, con l’uso originale, in salsa orientale ed europea, dei prodotti locali. Nel cuore di Valencia, invece, nel patio de «La Salita», in un palazzo centenario, si assaporano cocktail audaci e complessi accostamenti.
I vini, rossi e bianchi, che accompagnano le portate provengono dai numerosi vigneti disseminati per la regione, sia sulla costa sia sulle alture.
Per il soggiorno, l’Hotel Barcelò a Valencia si distingue per la varietà del buffet della colazione e delle viste panoramiche, quella sul porto dal rooftop, e, dall’ingresso, quella sul giardino della Città delle Arti e delle Scienze, creato deviando il letto di un fiume mantenendo i ponti, ora piste ciclabili e percorsi di jogging.
Per tutte le info: www.visitvalencia.com/it, www.arrozdevalencia.org, www.spain.info/it.