Nel punto più remoto della Sardegna sud-occidentale, dove il silenzio ha il suono del vento e la luce si posa lenta sulle dune, esiste un luogo sospeso tra natura, memoria e visione. Le Dune Piscinas è un’esperienza sensoriale e culturale che intreccia paesaggio, storia mineraria e arte contemporanea in un racconto di bellezza assoluta

di Elena Barassi 

Le dune PiscinasIn Sardegna esiste un luogo remoto e struggente, dove il deserto incontra il mare, e il vento scrive arabeschi tra le dune più alte d’Europa. È qui, sulla Costa Verde, che sorge Le Dune Piscinas, un hotel che incanta, seduce, racconta. Le sue fondamenta poggiano sulla memoria. Quelle antiche strutture, che oggi accolgono ospiti da tutto il mondo, erano un tempo i magazzini delle miniere di Ingurtosu, baluardo ottocentesco dell’industria estrattiva britannica in Sardegna. Negli anni Ottanta, Sergio Caroli, figlio dell’ultimo direttore del sito, intuì la vocazione poetica di questi spazi e ne fece un rifugio per spiriti erranti, pionieri di un turismo lento, consapevole. Dopo il suo ritiro, la visione è stata raccolta da Luigi Caccamo e Marcella Tettoni, che hanno custodito l’anima originaria dell’hotel, intrecciandola con una nuova sensibilità contemporanea. La ristrutturazione ha rispettato ogni vincolo architettonico e paesaggistico, mentre il progetto si è arricchito di un elemento inatteso: l’arte.

L’arte che abita le dune

Le dune PiscinasIl vero genius loci della struttura si manifesta nella sua collezione d’arte, non ostentata, ma diffusa con garbo tra corridoi, salotti e stanze. Le tele di Alessandro Papetti, le geometrie sospese di Shafik, i segni materici di Enzo Esposito convivono con la luce mutevole che filtra tra le dune. Alcune opere sono state pensate appositamente per alcuni spazi, come le creazioni site-specific di Medhat Shafik, che paiono dialogare con il silenzio minerale del paesaggio e la grande tela di Alessandro Papetti raffigurante la laveria di Lord Brassey che accoglie gli ospiti, una volta varcata la soglia. Lo stesso ristorante giurmet Rosso Tramonto, rivestito dai murales urbani e vegetali di Federico Carta (Crisa Studio), si fa galleria a cielo aperto. Questa integrazione tra arte e ambiente contribuisce a creare un’esperienza unica, in cui ci si sente immersi nella bellezza e nella storia della Costa Verde.

Suite d’autore, vista infinita

Le dune PiscinasLe camere si aprono sul paesaggio come pagine di un diario segreto. Distribuite tra ambienti storici e nuove volumetrie, si affacciano sulle dune o sul mare. Qui la cifra stilistica è lusso sussurrato, disegnato da marmo locale, arredi in ferro battuto e legno, decori e tessuti sardi e pezzi di design. Tutti essenziali, quasi a non disturbare la bellezza che entra dalle finestre. Di grande impatto visivo, nella suite 18,  l’opera “Il Guardiano dell’Amore” dell’artista nubiano di origini egiziane Fathi Hassan, famoso per i suoi dipinti e disegni con scrittura araba deliberatamente illeggibile, che evidenziano l’ambiguità del linguaggio e della forma. Ma è nella Master Suite Lady Idina, al cui interno vi è una preziosa opera di Enzo Esposito, che la storia si fa più intensa. Intitolata alla moglie di Lord Brassey, antica figura legata alla proprietà mineraria di fine ’800, questa suite di 90 mq affacciata sul mare, composta da  soggiorno, spa privata, terrazza panoramica con piscina a nuoto controcorrente, idromassaggio e lettini in teak, è un microcosmo raffinato dove sentirsi parte di una storia che ancora respira tra le onde e il vento.

Rosso Tramonto e I Gechi: tra arte, gusto e poesia marina

Le dune PiscinasQuando il sole scende a lambire le dune dorate, è il momento in cui si accende l’esperienza gourmet di Rosso Tramonto. Aperto solo la sera, questo ristorante intimo e visionario si rivela come una scenografia viva, in cui la cucina a vista è palcoscenico di show cooking raffinati, mentre il grande tavolo conviviale, scolpito da un’unica maestosa tavola di legno, invita alla condivisione lenta e sensibile. Di giorno, il ritmo si fa più lieve ma non meno sofisticato all’American Bar I Gechi, elegante rifugio d’ombra e freschezza. Vi si accede dalla hall, passando sotto un arco in ferro battuto che rievoca i ginepri battuti dal vento, e introduce a un ambiente in cui il design artigianale sardo, paglia intrecciata, rovere, tessuti di Mariantonia Urru, si fonde con il comfort sobrio delle poltrone neutre e accoglienti. Il dehors, sulla piazzetta che si apre sulla spiaggia, è il posto ideale per lasciarsi incantare dal tramonto con un Darkroot Garden in mano, un cocktail dalle note affumicate e terrose, con tequila, mezcal, barbabietola e pompelmo, capace di raccontare in un sorso l’anima affascinante di Piscinas.

Tempi rilassati

L’esperienza a Le Dune Piscinas va ben oltre l’ospitalità. È un esercizio di immersione nei paesaggi dell’anima tra passeggiate meditative lungo l’arenile, esplorazioni in quad sulle piste minerarie, pomeriggi sospesi tra spa e dune dorate.  Con Annamaria steri fondatrice del Museo delle Tradizioni Agroalimentari della Sardegna e l’agrichef Annalisa Atzeni, ambasciatrice della cultura sarda, si scoprono tutti i segreti dei lorighittas, pasta intrecciata da origare, affusolare, realizzata totalmente a mano, senza l’utilizzo di attrezzatura, proprio come nei secoli scorsi. Mentre in cantina si scoprono i vitigni autoctoni più famosi della regione. Non manca un cinema all’aperto, una biblioteca dedicata alla Sardegna e una spa discreta, che invita al raccoglimento. Tutto qui è pensato per nutrire non solo il corpo, ma anche l’anima.

 

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