Riyadh, cosa vedere nella nuova capitale del lusso dell’ Arabia Saudita

di Camilla Rocca

Era una cittadina sull’altipiano di Najd, attorniata dalla corona di montagne Tuwaiq, di poco interesse per l’impero Ottomano, ma oggi Riyadh, sta vivendo una trasformazione epocale che la sta portando a diventare il cuore pulsante del lusso in Medio Oriente. Dubai è in declino, ed è evidente dalla sempre maggior quantità di fondi e persone che si spostano in Arabia Saudita per business e vacanze. Grazie a progetti faraonici e una visione ambiziosa come quella delineata dal programma Saudi Vision 2030, la città offre un mix irresistibile di tradizione e modernità. Dai siti storici ai moderni hub del lusso, Riyadh è ormai una destinazione imperdibile per chi cerca un’esperienza unica in un Paese giovane al turismo, che si è aperto al mondo solo nel 2019.

Attrazioni Iconiche: Un viaggio tra storia e innovazione

Riyadh non è solo lusso moderno, ma anche cultura e paesaggi mozzafiato. Una delle esperienze più suggestive è la visita a The Edge of the World, situato a circa 90 chilometri da Riyadh, e facilmente raggiungibile su una 4×4, è famoso per le sue spettacolari scogliere che si affacciano su un paesaggio che sembra non avere fine, creando un’atmosfera quasi surreale. Perfetto per escursioni e tramonti indimenticabili, The Edge of the World è una meta che combina avventura e contemplazione, ideale per gli amanti della natura. Il passato saudita si trova nella storica Fortezza di Al Masmak, che racconta le radici del Regno, costruita nel 1865, questa imponente struttura in argilla e fango fu un punto cruciale nella riconquista di Riyad da parte di Abdulaziz Ibn Saud nel 1902, evento fondamentale per l’unificazione del Regno Saudita e per l’inizio della dinastia Al Saud, oggi al potere. Il forte ospita un museo che racconta la storia del regno attraverso manufatti, fotografie e mostre interattive. Qui vicino da visitare anche il vivace Souk Al Zal, perfetto per immergersi nella tradizione e acquistare spezie, artigianato e tessuti locali, dove fanno la spesa anche i local. Un’altra attrazione moderna è Boulevard World, un complesso che unisce intrattenimento, cultura e shopping di lusso in un’esperienza culturale unica, con aree tematiche che rappresentano paesi di tutto il mondo, tra cui Italia, Giappone, India e Francia. Tra spettacoli, cucina internazionale, giochi interattivi e attrazioni come la zipline o il lago per pedalò.

Diriyah: La Città della Terra e il Cuore della Visione 2030

Uno dei progetti più ambiziosi di Riyadh è Diriyah, una zona storica trasformata in una destinazione di lusso. Situata vicino al sito Unesco di At-Turaif, Diriyah combina la tradizionale architettura Najdi con uno sviluppo urbano senza precedenti. Questo progetto da 63,2 miliardi di dollari mira a creare una comunità unica con abitazioni, hotel di lusso e spazi culturali, generando 178.000 posti di lavoro e con l’obiettivo di attirare 50 milioni di visitatori ogni anno entro il 2030.

Tra gli hotel di spicco che apriranno a breve il Capella Diriyah, che segna l’ingresso del marchio Capella nel Medio Oriente, e il Raffles, che combina eleganza e comfort con 90 unità residenziali. Altri nomi illustri includono il Rosewood, il Corinthia, il Fauchon Hotel con il suo rooftop a 360 gradi, Armani Hotels con la seconda apertura nel Middle East dopo Dubai, 15 unità residenziali, oltre alle camere, e il classico Caffè Armani, molto apprezzato dalla popolazione arabe; e l’esclusivo Orient Express, al suo debutto in questa parte del mondo. Ogni struttura è progettata per integrarsi perfettamente con l’ambiente circostante, esaltando l’architettura tradizionale saudita. ll progetto Diriyah è uno dei cinque giga-progetti dell’Arabia Saudita sostenuti dal Fondo per gli investimenti pubblici che sembra arrivare a un totale di 2 trilioni di dollari: questa la stima di grandezza del PIF,  il fondo sovrano tra i più importanti al mondo, ma potrebbe essere molto di più.

Bah Samhan Hotel: il primo hotel 5 stelle operativo a Diriyah
Il Bah Samhan Hotel è il primo hotel a cinque stelle attivo nel cuore di Diriyah, caratterizzato da una raffinata architettura in stile Najdi, ispirata ai motivi tradizionali del castello originario della famiglia Al Saud, la dinastia saudita che governa ancora oggi il Paese. A soli cinque minuti a piedi dall’hotel si trova il sito storico del castello. In cucina, l’Executive Chef Herwig Knapen propone una gastronomia internazionale arricchita da profonde influenze saudite e mediorientali, offrendo un’esperienza culinaria unica. Questo è solo il primo di una serie di grandi alberghi previsti in apertura per l’area, il progetto, noto come Bashayer – termine che significa “buone notizie” – è gestito dalla società omonima.

“Si tratta di un’iniziativa ambiziosa che mira a collegare otto siti Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO in Arabia Saudita, all’insegna del lusso e dell’autenticità,” ha dichiarato Jerry Inzerillo, CEO di Diriyah Company Group.

Lusso Culinario: La Bujairi Terrace e Dinner Incredible

Il Qurain Cultural District è un altro polo d’attrazione che unisce cultura, arte e gastronomia. La Bujairi Terrace, recentemente inaugurata, è destinata a diventare il punto di riferimento per le cene di lusso in Arabia Saudita. Qui, ristoranti e caffè progettati rispettando l’architettura tradizionale Najdi offrono esperienze culinarie uniche, celebrando la tradizione saudita in chiave moderna.

Un altro esempio di innovazione è Dinner Incredible, un progetto ideato dallo chef Giorgio Diana che combina sostenibilità e alta cucina. Questo format itinerante riunisce 12 chef di diverse nazionalità per creare menu gourmet che valorizzano i prodotti locali. Con il claim “Play global, eat local”, Dinner Incredible non solo promuove la cucina saudita, ma supporta anche i piccoli produttori locali. La prossima edizione, già confermata, promette di portare nuove esperienze culinarie in tutta l’Arabia Saudita, presto disponibile su prenotazione. Sostanziale in tal senso l’aiuto di Daniele Chiari, Executive chef del Royal Protocol, italiano, lo chef che si prende cura di tutte le cerimonie che concernono la famiglia reale e la loro dieta.

 

 

Il Nuovo St. Regis e Via Riyadh

Un altro simbolo del lusso è il St. Regis Riyadh, situato nel prestigioso complesso di Via Riyadh. Questo centro commerciale all’avanguardia offre un mix di boutique di alta moda, food corner innovativi e proiezioni spettacolari che richiamano l’oasi beduina. In cucina l’Executive chef Yann Lohez, francese con tante esperienze stellate, che prepara un’ottima boulangerie da provare sia durante la colazione che nel famoso rituale dell’afternoon tea, che si trova in tutti i St Regis del globo. Il St. Regis ospita la spa più grande di Riyadh e la preziosa suite presidenziale di 245 mq, oltre a spazi culinari come il ristorante Jackie, caratterizzato da un design firmato Ginori 1735, e lo Stella Sky Lounge, con vista panoramica e una selezione unica di mocktail ispirati all’oroscopo.

 

L’Italia in Arabia Saudita: Un Legame di Lusso

Il lusso saudita non sarebbe completo senza l’influenza italiana. I prodotti di alta qualità, come la mozzarella e la burrata, sono sempre più richiesti, mentre marchi di lusso come Ginori 1735 e Armani continuano a conquistare il mercato locale. Non manca l’innovazione, come dimostra il caseificio Sana, che produce latticini in stile pugliese con latte di bufala saudita, grazie alla consulenza di esperti italiani come Antonio Ambrosio.

Anche aziende italiane come Sitaf Saudi stanno rivoluzionando il mercato con l’importazione di prodotti freschi e di nicchia. La crescente domanda di cibi di lusso, come il caviale e il pesce crudo, dimostra come il mercato saudita sia in continua evoluzione e sempre più aperto alla qualità italiana.

Una enorme domanda per prodotti di alta qualità, sempre in crescita” dichiara Vittorio Rocchi, amministratore delegato e socio di minoranza dell’azienda saudita Sitaf Saudi Company for Trade, attivo dal 2019 in Arabia Saudita, e tra i primi a importare prodotti di nicchia, soprattutto italiani, fino a diventarli diventare consolidati, come articoli di alta fascia, nel mercato. “Negli ultimi anni si è assistito a una grande esplosione di prodotti freschi come latticini, burrata mozzarella, che finiscono settimanalmente e che importiamo dall’Italia. Quest’anno chiuderemo il bilancio con 40 milioni di euro per 120 dipendenti: il nostro management è principalmente italiano diviso nelle due sedi a Ryadh e Jeddah. Per il futuro, data la forte richiesta di prodotti italiani da altri Paesi del Golfo, abbiamo aperto la neonata Sitaf Bahrain sempre controllata da Sitaf Saudi”.

Un Futuro di Lusso

Riyadh non è solo una capitale, ma un simbolo di trasformazione e ambizione. Grazie a progetti come Diriyah, Via Riyadh e Neom, e a eventi esclusivi come Dinner Incredible, la città sta ridefinendo il concetto di lusso in Medio Oriente. Con un mix di tradizione e innovazione, e un forte legame con l’eccellenza italiana, Riyadh si posiziona come una delle destinazioni più affascinanti e sofisticate al mondo.

E i prodotti italiani in Arabia Saudita? Il nuovo mercato

“Una enorme domanda per prodotti di alta qualità, sempre in crescita” dichiara Vittorio Rocchi, amministratore delegato e socio di minoranza dell’azienda saudita Sitaf Saudi Company for Trade, attivo dal 2019 in Arabia Saudita, e tra i primi a importare prodotti di nicchia, soprattutto italiani, fino a farli diventare consolidati, come articoli di alta fascia, nel mercato. “Negli ultimi anni si è assistita a una grande esplosione di prodotti freschi come latticini, burrata mozzarella, che finiscono settimanalmente e che importiamo dall’Italia. La richiesta invece di prodotti di lusso come caviale di alta qualità o il pesce crudo (finora sconosciuto in Arabia Saudita e importato soprattutto dal Giappone), ci fanno capire come il mercato arabo sia in costante evoluzione ed estremamente curioso. Quest’anno chiuderemo il bilancio con 40 milioni di euro per 120 dipendenti: il nostro management è principalmente italiano diviso nelle due sedi a Ryadh e Jeddah. Per il futuro, data la forte richiesta di prodotti italiani da altri Paesi del Golfo, abbiamo aperto la neonata Sitaf Bahrain sempre controllata da Sitaf Saudi”.

E c’è invece chi ha pensato di costruire il primo caseificio saudita, con tecnici italiani. Emblematico il caso di Sana, caseificio ai margini della periferia meridionale di Riyadh. La proprietà dopo aver investito in settori diversi, soprattutto in quello dell’educazione, ha deciso di aprire in loco un caseificio per soddisfare la domanda sempre crescente di latticini. Così Ibrahim Al Khalaf si è avvalso della consulenza di Antonio Ambrosio, che dopo aver aperto caseifici in Russia, Azerbajian e Australia è riuscito a trovare il giusto bilanciamento per creare mozzarelle e burrate in stile pugliese con latte di bufala saudita, dribblando le difficoltà dovute a un latte poco grasso e con poche proteine, nonché alle alte temperature esterne, lavorando 200 litri al giorno, con l’obiettivo di arrivare nei prossimi anni a una lavorazione a regime di 7000 litri. L’obiettivo? Quotarsi presto in borsa e sfruttare la ricchezza del latte saudita, primo produttore nei Paesi del Middle East e 20esimo al mondo.

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