Soldi come se piovesse
In queste ore televisione e giornali vi stanno descrivendo con entusiasmo i prodigi che potrà compiere il Fondo Atlante: reggere il sistema bancario partecipando agli aumenti di capitale di Banca Popolare di Vicenza (singolare il ruolo di UniCredit che è capofila del consorzio di garanzia e socio forte assieme a Intesa, capofila per Veneto Banca, di Atlante) e Veneto Banca (che il mercato avrebbe disertato) e alleviare, acquistandole, le sofferenze di Mps, del Banco Popolare e di qualsiasi altro istituto si trovi in difficoltà. Questa soluzione di sistema, molto politica, è un’ammissione implicita di impotenza: impotenza rispetto al bail in che mieterebbe vittime se le due banche venete fossero costrette a un salvataggio autorizzato dalla Vigilanza europea e, soprattutto, impotenza della GACS (ma questo ve l’avevamo già detto) a dipanare la matassa dei non performing loans.
In ogni caso, grazie alle Fondazioni bancarie e ad altri soci privati, il cielo dovrebbe continuare a stare in piedi grazie alle possenti braccia di Atlante perché se le banche cominciassero a ridurre le esposizioni per non restare schiacciate da una situazione macroeconomica molto compromessa, le speranze per il futuro dell’Italia sarebbero ridotte ai minimi termini. Ma se l’economia non riparte e le banche soffrono, allora le ricette che sono state messe in campo non funzionano. A partire dal Quantitative Easing della Bce di Mario Draghi che non ha centrato l’obiettivo di far aumentare l’inflazione fino alla soglia del 2% e, quindi, di rimettere veramente in moto l’economia europea.
«Let us suppose now that one day a helicopter flies over this community and drops an additional $1,000 in bills from the sky, which is, of course, hastily collected by members of the community. Let us suppose further that everyone is convinced that this is a unique event which will never be repeated».
Milton Friedman, The Optimum Quantity of Money, 1969(«Supponiamo che un giorno un elicottero, volando su questa comunità, lanci ulteriori mille dollari dal cielo che, naturalmente, sarebbero frettolosamente raccolti dai cittadini. Supponiamo che ciascuno sia convinto che si tratti di un evento irripetibile»)
Il premio Nobel Milton Friedman, che noi vi abbiamo già presentato due anni fa come inventore della flat tax nonché come padre nobile del centrodestra a tutte le latitudini, sosteneva che in fasi di recessione come quella che stiamo attraversando le banche centrali potessero occuparsi di trasferire direttamente moneta ai cittadini senza creare danni. Secondo Friedman, questa comunità dal un reddito complessivo di 10mila dollari non avrebbe subito contraccolpi dalla caduta dal cielo di altri mille dollari se non un aumento dei prezzi. Anche l’intellettuale che ha propugnato la battaglia contro le tasse a la riduzione dello Stato entro limiti ristretti, riteneva possibile la gestione della crisi economica con strumenti non convenzionali (quasi keynesiani oseremmo dire). Venir meno all’equazione «meno tasse = meno spesa pubblica» in casi eccezionali è possibile, purché l’equilibrio di bilancio si ripristini prontamente una volta riavviata la crescita.
La tesi è stata ampiamente ripresa dall’ex presidente della Fed, Ben Bernanke, che nella frase qui citata afferma che «i tagli fiscali finanziati monetariamente equivalgono ai “soldi lanciati dall’elicottero” di Friedman». Bernanke ha gestito le crisi post 11 settembre e dei subprime allargando il raggio di intervento della banca centrale americana. La principale preoccupazione, sotto la sua guida, non è stata solo il contenimento del tasso di disoccupazione ma anche la lotta alla deflazione, quella che in Italia e in Europa stiamo conoscendo. In questo senso, finanziare il deficit derivante dalle minori entrate fiscali con nuova moneta può andare bene. Allo stesso modo, stampare moneta per finanziare investimenti, a partire dalle infrastrutture, può essere risolutivo. I soldi arrivano direttamente ai cittadini sotto forma di nuovi posti di lavoro creati dalle imprese e dall’indotto che si genera attorno alle grandi opere pubbliche.
Non è un caso che Mario Draghi si stia ponendo da mesi questo interrogativo visto che il QE non trasmette i suoi effetti al Pil di Eurolandia come si sarebbe sperato. Un po’ le banche sono restie a mettere in circolo il denaro per non indebolirsi patrimonialmente e, dunque, per non essere penalizzate dai mercati. Allo stesso modo, non partecipano alle aste di liquidità della Bce per non subire eventuali danni reputazionali. Quando poi il denaro arriva nelle tasche dei cittadini (vedi il caso del bonus da 80 euro di Renzi) non viene messo in circolo o perché se lo mangiano le tasse o perché si risparmia in previsione di difficoltà future. Far funzionare il meccanismo non è facile perché la Germania ormai da mesi si lamenta dei tassi negativi e vorrebbe un sostanziale commissariamento dei Paesi europei che non rispettano la disciplina di bilancio e che hanno problemi di gestione dell’alto debito e del sistema bancario. La Germania, cioè, vorrebbe vederci commissariati. A tutti questi interrogativi ha cercato di rispondere in un report Louis Harreau, strategist Bce di Crédit Agricole – Corporate & Investment Bank.
Quali sono le diverse opzioni disponibili?
Le soluzioni le abbiamo in parte già delineate e sono la monetizzazione del debito pubblico attraverso l’acquisto da parte della Bce di bond zero coupon governativi perpetui, il cui valore teorico è praticamente nullo ma si crea liquidità se i titoli sono acquistati al nominale. Con quei soldi i governi potrebbero finanziare opere pubbliche o tagli fiscali che, però, dovrebbero essere duraturi altrimenti, come visto, il cittadino non spende. La seconda è il QE per le persone comuni o tramite buoni regalo da spendere in beni (non per ripagare debiti) entro una data prestabilita (molto controllabile) o tramite un prestito a scadenza infinita a tasso zero (praticamente un TLTRO per i privati)
Sarebbe legale per la Bce una simile operazione?
La Germania e i suoi alleati si opporrebbero subito sulla base dei Trattati europei che impediscono ai governi di adottare politiche di finanziamento del deficit. Dunque la cancellazione dei bond sovrani appare molto difficile per la Bce perché confligge anche con lo spirito del bazooka anticrisi (l’OMT). Acquisti sul mercato secondario di bond perpetui e prestiti perpetui ai cittadini, invece, potrebbero rientrare nelle misure per riportare l’inflazione entro il target del 2% annuo. E dunque essere legali.
Fino a che punto può essere efficace?
Una banca centrale può permettersi di avere capitale negativo, cioè di erogare prestiti e subire perdite in misura superiore al proprio patrimonio? In teoria sì perché la politica monetaria è reversibile, la Bce può sempre recuperare alzando i tassi o drenando liquidità dal sistema. Il problema è la percezione del mercato di una simile situazione. Facciamo l’esempio più semplice: la Bce regala 100 miliardi di euro agli Stati o alle persone, ma per 20 anni non paga dividendi ai suoi azionisti (le banche centrali o gli Stati stessi). Il bilancio della Bce non risentirebbe, ma lo stimolo sarebbe ridotto perché non si sarebbe aggiunta liquidità al sistema ove la Bce pagasse 5 miliardi di dividendi all’anno.
Harreau conclude, pertanto, che i margini sono stretti ma «non ci sono limiti alla politica monetaria se l’obiettivo principale è mantenere l’inflazione a determinati livelli». I soldi dall’elicottero, perciò, si possono lanciare.
Wall & Street