L’ottimismo di Proust contro i licenziamenti
Qual è la pagina più conosciuta della Recherche? Non pensiate sia una domanda difficile, sebbene Marcel Proust avrebbe voluto, invece, che lo fosse. Purtroppo per lui non lo è. La pagina più famosa della Recherche è la prima. Alla faccia anche del suo inarrivabile record, certificato addirittura dal Guinness dei primati (Alla ricerca del tempo perduto pare sia il romanzo più lungo di sempre con le sue 9.609.000 battute spalmate su oltre 3700 pagine dell’edizione francese). Quando il protagonista non riesce a dormire; quando il protagonista maturo, insomma, ricorda il se stesso bambino e tutti i suoi riti dell’infanzia e della buonanotte. E tra questi riti c’è ovviamente la madeleine. Il biscotto che, fuori dalla ragione del Calvados, è famoso più per la citazione proustiana che per il suo sapore. “Ecco, macchinalmente, oppresso dalla giornata grigia e dalla previsione d’un triste domani, portai alle labbra un cucchiaino di tè, in cui avevo inzuppato un pezzo di maddalena. Ma, nel momento stesso che quel sorso misto a briciole di focaccia toccò il mio palato, trasalii, attento a quanto avveniva in me di straordinario”. Basta quell’improvvisa suggestione per aprire un’autostrada verso il passato. Basta quella fragranza per riprodurre una sensazione apparentemente sepolta nei più reconditi anfratti della memoria. E quella sensazione diventa poi motore, diesel probabilmente ma robusto e affidabile. Un motore che porta lontano senza grandi sobbalzi riproducendo letterariamente il passato. Rielaborando una vita. Dandole un senso nuovo e definitivo. D’altronde il viaggio nella memoria è soprattutto una promessa di felicità: ritrovare il tempo non è impossibile – come hanno sottolineato generazioni di critici e studiosi -, a patto che il mondo ricreato sia un mondo letterario, un mondo interiore, costruito su questo gioco di memoria e tempo. La struttura si basa sulla continua alternanza di tempo perduto-tempo ritrovato. Un’alternanza animata proprio dalla memoria involontaria che ha in quella madeleine il suo paradigma.
Tanti lettori di Proust, francesi e non, hanno sempre associato il dolce biscotto con questo interruttore della memoria involontaria. E forse molti di loro adesso sono in ansia visto che il celeberrimo marchio Biscuiterie Jeannette di Caen rischia di scomparire dai negozi di alimentari di tutto il Paese transalpino. L’azienda è la più antica della regione del Calvados. La sua apertura risale addirittura a metà del XIX secolo. Ed è il principale marchio di madeleine. Gli amministratori dell’azienda hanno gettato la spugna, vista la montante crisi finanziaria. I lavoratori, però, stanno cercando di invertire la rotta del destino. E non hanno interrotto la produzione nella speranza che presto arrivi un compratore, nonostante ognuno di loro abbia già ricevuto la lettera di licenziamento. Questi lavoratori, insomma, hanno preso alla lettera una delle più celebri massime dell’autore della Recherche: “disperare è il più grande dei nostri errori”.