Ho appena licenziato l’intelligenza artificiale che produceva le immagini per questo blog. Qui di seguito spiego perchè.

Qualche tempo fa mia cugina Silvia mi ha inviato una foto di noi due in un bistrot di Parigi, anno 1986. Lei arrivava da Torino, io da New York: come abbiamo fatto a darci quel gancio senza i telefonini? Ventiquattro ore prima ci eravamo sentiti al telefono? E se il suo treno o il mio aereo fossero stati in ritardo, come ci saremmo comportati? Buio totale: non ricordo.

La cosa che mi spaventa di più dell’ulteriore evoluzione tecnologica imposta dall’intelligenza artificiale è la perdita delle nostre funzioni, come quando abbiamo delegato al TomTom il senso del tempo e dello spazio. Prima c’erano le mappe di carta, ed eravamo obbligati a passare da una visione generale a una particolare. Abdicando quella funzione a una stupida macchina, abbiamo perso parte della nostra visione olistica. Cosa succede mano a mano che deleghiamo le nostre mansioni a una macchina intelligente?

Ho chiesto alla AI una metafora in stile ‘Massimo Gramellini’: «La vita è come una pizza: a volte ti dà una fetta di gioia, altre volte è solo un avanzo freddo con un pizzico di rimpianto». Quella cretina ha confuso Massimo Gramellini con Forrest Gump: «La vita è come una scatola di cioccolatini. Non sai mai quello che ti capita». Forse c’è ancora speranza!

Non sono un esperto, ma ho l’impressione forse sbagliata che la cretina non sia in grado di sviluppare nuove metafore, ma attinga solo da quelle già elaborate. In futuro l’unica vera intelligenza umana sarà l’abilità di fare collegamenti tra ambiti diversi? Oppure anche lì ci sovrasterà?

Se penso troppo alla AI, il primo istinto è chiudere baracca e burattini, ma sto solo drammatizzando un dolore in fondo all’anima. Non possiamo nemmeno immaginare la sensibilità marginale che riusciremo a sviluppare per difenderci da lei.

Sensibilità marginale: quella luce nei suoi occhi dimostra che è vero amore. Inspiegabile. Indescrivibile. Cos’era quella luce nei tuoi occhi? Quale luce? Vedi luci? Senti voci? Mi preoccupi. La AI cercherà di ingannarci, ma nel frattempo noi avremo sviluppato la sensibilità per sgamare il suo sentimento metallico. Quell’indefinibile gusto di ferro nelle emozioni segnalerà che è l’amore di una macchina.

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