«Urlate piano!» Si raccomandava negli anni Settanta la mamma di un amico di mio fratello, quando l’orda di unni-baby-boomer amici di suo figlio invadevano la casa. Possiamo alzare o abbassare il volume della voce, ma una volta emesso il massimo urlo, quello resta. L’urlo di Munch è unico in qualsiasi circostanza. Così come il grido di allarme, anche le parole sono sempre a rischio di inflazione galoppante (troppe parole che inseguono allarmi troppo esigui), specialmente davanti a un’innovazione tecnologica che minaccia di stravolgere la nostra vita. Gli effetti della tecnologia sono esponenziali, mentre le parole di allarme raggiungono picchi che […]