La sinistra è un generatore d’odio “democratico”. Se ti chiami Casa Pound neanche la festa puoi fare
Ora che la sinistra è regredita allo stato di Ivano “il terribile”, l’ eroe antifascista di Rocca di Papa, da cui ripartire secondo Gramellini, per la sua meravigliosa natura di essere mitologico, metà Masaniello con la Panda, metà Fabrizio Bracconeri ne I ragazzi della Terza C, e ripercorre la strada che fu di Carlo Verdone, tra Ametrano, il ribelle popolano, e l’hippy di “Love love love”, immaginavamo che la sua dimensione neo-popolare, genuina, trionfasse su quella snob e progressista, densa d’odio. E invece no, quel residuo di nevrotica malignità è compatto. I “compagni” aspettano Godot e un dibattito per salvarsi, anziché cercare una decisione, col senso di auctoritas non veritas facit legem, passano da Gramsci, Pasolini, Marcuse e Habermas (che di recente ha affermato che il populismo trionfa perché la sinistra non lotta), e preferiscono “retrocedere” negli Ivano, negli chef Rubio (uno che a due rapinatori tirerebbe endecasillabi sciolti e non utilizzerebbe il taser, perché la violenza si neutralizza con la cultura), e nei Christian Raimo, che pare confermare la vulgata, ovvero che la sinistra dell’odio cieco dovrebbe ripartire non dai padri ma dalla ribellione urbana ed erotica della carne e non dello spirito: da Genova 2001, acida violenza politica. Ai compagni feriti e intolleranti non resta che volere la democrazia vietandola, anche oltre la legge. E se ti chiami Casa Pound, neanche la festa puoi fare. Perché in piazza, per il precario grossetano che prende 400 euro al mese, senza contratto, per tredici ore di lavoro al giorno, le sinistre unite non le vedremo, ma per impedire una legittima ricorrenza politica altrui, sì. Venti sigle separate, con in testa l’Anpi, contro la festa di Casa Pound Italia a Grosseto, a cui parteciperanno tra gli altri Diego Fusaro e Alessandro Giuli; tre giorni di musica, cultura e dibattiti sull’Italia e l’Europa di oggi. Da oggi, le sinistre tutte scenderanno in piazza per una contromanifestazione dal titolo “Restiamo umani”, con la partecipazione persino della Regione Toscana, per «difendere la democrazia», dicono gli organizzatori. Si farà di tutto per impedire la festa di Cpi, insomma, non con la forza del pensiero critico ma della imborghesita superiorità. Ma forse, questo, è solo un gesto in memoria delle piadine morte di solitudine alle Feste dell’Unità deserte, vuote, in tutta Italia.