La marcia sul coma
La marcia sul coma non serve aggiungere altro
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La marcia sul coma non serve aggiungere altro
“Tornando a casa, troverete i bambini; date una carezza ai vostri bambini e dite: “Questa è la carezza del Presidente della Camera” (Papa Fico) C’è così tanto ammmore in questo momento d’Italia che servirebbe una ruspa per stoccarlo tutto. E che palle Fico! Lo vedete? Lo vedete Ruggiero l’hippie verdoniano che inveisce contro il padre bacchettone e coatto che lo vuole a tutti i costi riportare sulla retta via? Ma ‘sta retta via qual è? Quella dell’amore da contrapporre ai violenti mentre il Paese attraversa una delle peggiori stagioni d’ombra mai trascorse in tempo di pace? La negazione di una […]
Dispaccio di una disgrazia. 1918, le Forze Armate. 2018, le Forse Armate. Lo Stato, con atto ufficiale, istituisce Le Forse Armate, a seguito del rifiuto del video istituzionale commemorativo del 4 novembre, giudicato troppo “combat”, aggressivo e militaresco, in cui, per altro, non v’è neanche un istante dedicato al fante crepato nella Battaglia di Vittorio Veneto, alle quattro di mattina, con la foto di Ines, eterna sposa, nel taschino vicino al cuore, per terminare il Risorgimento e generare il momento fondativo di questa Patria di pupazzi ingrati. Se avessimo avuto contezza di tale ingratitudine, cento anni fa, avremmo detto ai ragazzi […]
Peccato. La Serbia strappa il mondiale a una temeraria nazionale di Pallavolo. Alcuni, invece, hanno strappato, come sempre, la rabbia nazional-popolare. Quella specie di piccola malizia di taluni che subito hanno festeggiato l’Italia giunta in finale postando, come Roberto Saviano o Alessia Morani, la foto della nostra atleta nera, Paola Egonu, come a voler escludere il resto. Un resto scomodo, per loro, esistente. Come quando Saviano non mancò di benedire il suo breve mondo ideale, creduto villaggio globale, e in occasione dell’oro italiano nella 4×400 dello scorso luglio pubblicò un post con le nostre atlete nere vittoriose scrivendo: “l’Italia multiculturale nata dal […]
Non tutti i froci sono uguali. C’è il frocio della Cirinnà, quello della maglietta “Meglio frocio, che fascista”, ovvero quello di sinistra, e poi quello di tutti gli altri, “purtroppo” non al livello di Nostra Signora della libertà sessuale. Perché il frocio della Cirinnà, fatto passare per una provocazione bonaria e di lotta sulla sua pagina Facebook, fa subito convivialità, simpatia e diritti? Ancora una volta, i nostri amici compagni, vanno alla mensa Caritas con la borsa di Prada a dire ai poveri di tenere duro. Quel frocio significa molto. In nome di una battaglia si può dire di tutto, […]
Evviva il capotreno che ci ha ricordato che senza biglietto si scende dal treno. A scriverlo dieci anni fa, si rischiava d’esser presi per sciocchi bacucchi. Scriverlo oggi, invece, è perfettamente in linea col rincoglionimento generalizzato che infesta l’anima comune. Uno sentimentalismo armato a targhe alterne: si piange a comando e solo per certe disgrazie di questo Paese. E allora senza biglietto si scende, come dalla tratta Villamassargia-Cagliari. Fermate il mondo giullaresco dell’empatia, senza biglietto si scende. Chi l’avrebbe mai detto che un capotreno nel pieno e regolare svolgimento delle proprie funzioni potesse diventare un Masaniello dei giorni nostri? Dietro […]