48 ore a Città del Messico
Un stop over a Città del Messico all’insegna della cultura e della grande cucina. E’ questa la soluzione scelta da tanti viaggiatori, prima di immergersi nel mare turchese della Riviera Maya, da Cancun a Tulum. La capitale messicana offre grandi musei in cui perdersi e locali alla moda, dove assaggiare l’alta cucina e bere cocktail preparati dai migliori bartender del mondo.
Tra le vie dello Zocalo
Difficile crederlo adesso ma un tempo, dove sorge oggi Città del Messico, c’era un lago. Di quella che anticamente gli Aztechi avevano chiamato Tenochtitlan, ci sono ancora testimonianze, nel curato sito archeologico del Templo Mayor, a due passi dalla piazza simbolo, Plaza de la Constitucion nel cuore dello Zocalo, il centro storico. Qui campeggia la gigantesca asta da cui sventola la bandiera messicana. Proprio di fronte, sorge la cattedrale cinquecentesca, cuore religioso del paese. Sulla centralissima via Avenida 5 de Mayo entrate per un dolce a portar via nella storica pasticceria Ideal, prima di dirigervi verso i murales di Diego Rivera, nel Palacio Nacional. Nel dedalo di stradine del centro storico, trovate tanti negozietti e stand artigianali dove c’è sempre qualcosa da riportare a casa. Se volete una vista dall’alto della infinita capitale messicana, in cui abitano 28 milioni di abitanti, salite sulla torre Latinoamericana per fare le foto. Seduti sulle panchine del parco Alameda dove campeggia il bell’edificio “parigino” del Palacio de Bellas Artes, è bello guardare il via vai di gente durante il giorno e ascoltare i mariachi che si esibiscono in strada. E’ l’ora migliore per fare un giro di questo quartiere centrale della città.
Aztechi e Maya
Un capitolo a parte di una visita a Città del Messico merita il Museo Nazionale di Antropologia. Dedicategli almeno mezza giornata, ma se avete poche ore a disposizione, al banco delle informazioni dite quanto tempo avete e fatevi consigliare, vi diranno cosa non perdere. Costruito negli anni ‘60 l’edificio è ancora oggi di grande effetto con la fontana a cascata che divide in due parti l’ampio cortile interno. Su questo si aprono i diversi padiglioni: all’interno la più importante collezione di arte mesoamericana del mondo. Imperdibili i due padiglioni, uno dedicato agli Aztechi con la famosa Piedra del Sol e quello dedicato ai Maya, su due piani, con belle ricostruzioni dei templi e della vita quotidiana. Una interessante introduzione prima di partire per lo Yucatan, se avete intenzione di volare verso la costa e godervi il Caribe messicano. Per chi non riesce ad aspettare, c’è il bellissimo complesso di piramidi a gradoni di Teotihuacan, a un’ora da Città del Messico. Se siete inclini all’arte messicana ed europea, l’indirizzo per voi è il Museo Soumaya, che ha compiuto 5 anni quest’anno. Realizzato dalla Fondazione Carlos Slim, raccoglie oltre 60 mila grandi capolavori dalla collezione privata del miliardario Carlos Slim. Bellissimo l’edificio, opera dell’architetto Fernando Romero, insieme a Ove Arup e Frank Gehry.
Coyoacan
Se oggi è uno dei quartieri di Città del Messico, un tempo era un vero villaggio separato. Di questo ne conserva ancora l’atmosfera, insieme all’orgoglio dei suoi abitanti che si definiscono innanzitutto di Coyoacan. La sua abitante più famosa è stata la pittrice Frida Kahlo che nella Casa Azul, dal distinto colore, è nata e cresciuta e vi ha vissuto qualche anno con il marito, l’altro grande pittore messicano, Diego Rivera. La casa è oggi un bel museo, da visitare per conoscerne la vita e alcune opere. Una interessante area, da cui si accede attraverso il lussureggiante giardino tropicale interno, è dedicata ai costumi di Frida che amava vestirsi con abiti tradizionali, gioielli unici e capigliature elaborate. Per chi vuole saperne di più, non lontano si può visitare anche l’abitazione in cui Frida ha vissuto con il marito Diego. Il Museo Casa Estudio è composto da due edifici di colori diversi, collegati da un ponte, ciascuno appartenente a uno degli artisti. Per una collezione più ampia di opera di Frida Kahlo si va al Museo Dolores Olmedo. La famosa mecenate e ricca ereditiera messicana fu una delle maggiori finanziatrici dell’arte e delle opere di Diego e Frida e conserva di quest’ultima la più ampia collezione di opere aperta al pubblico.
Zona Rosa e Colonia Roma
In una città così grande bisogna scegliere bene dove stare, soprattutto per muoversi con facilità. La Zona Rosa, piena di locali e bar aperti a tutte le ore, è da sempre il quartiere più strategico per dormire (ed è anche sicuro). Qui ha riaperto rinnovato, e con il nuovo brand Collection, l’hotel NH Mexico City Reforma: 302 stanze molte delle quali con vista panoramica sui grattacieli della città. Nel bel dehor, la piscina riscaldata permette di fare un tuffo tutto l’anno. Il gruppo spagnolo sta ampliando la propria offerta in Messico e in America Latina e quest’hotel apre una stagione di importanti investimenti. Da qui si raggiungono facilmente le zone più alla moda, come Colonia Roma (soprattutto la parte Est), qui, potete fermarvi per un succo e un dolce appena sfornato tra i tavolini all’aperto della Panaderia Rosetta. A firmare il menu è la chef Elena Reygadas che ha accanto il ristorante. Oppure la sera andate per un drink, fino a Licoreria Limantur, uno dei bar più noti per i veri intenditori di tequila e mezcal. La scena dei bar è talmente di livello che le finali globali della prossima edizione del prestigioso concorso World Class Bartender of the Year, organizzato da Diageo, si terranno proprio a Città del Messico nel 2017.
I grandi chef di Polanco
Se dici Polanco, dici grande cucina. Il quartiere, è tra i più cool della città e ospita i migliori ristoranti dell’ultima generazione di chef messicani. La gastronomia nazionale infatti, non è più solo street food ma da tempo ha saputo combinare bene questa tradizione con l’alta cucina, grazie a pionieri importanti come Enrique Olvera e il suo Pujol. Il ristorante proprio in queste settimane, troverà un nuovo indirizzo, sempre a Polanco. All’interno, ai tavoli della proposta haute cuisine si affiancherà anche un menù bistrot, come già sperimentato con successo nel suo indirizzo, Cosme, a New York. “Un modo per rinnovare la proposta tradizionale e restare sempre gli stessi”, spiega lo chef. Infatti, se la formula cambia, Olvera non rinuncia ai piatti che lo hanno reso celebre, come il Mole Madre. Vero orgoglio nazionale, il Mole è forse la salsa più monumentale che si conosca: oltre 50 ingredienti, 7 ore di preparazione e uno chef specializzato con postazione dedicata, in ogni cucina messicana che lo propone in menù. Quello Madre di Olvera, come fosse un lievito, viene mantenuto e rinnovato da oltre 1000 giorni, un vero record e un sapore assolutamente unico, servito, come è , da solo nel piatto, con le tortillas calde, diventa il protagonista. Da gustare rigorosamente al cucchiaio.
Per informazioni: www.visitmexico.com
Alessandra Gesuelli
@alegesuelli