Le bellezze del Polesine in sette tappe
In viaggio tra Po e Adige
LE BELLEZZE DEL POLESINE IN SETTE TAPPE
Curiosità sorprendenti nel cuore del Veneto
da scoprire anche in bici
Di Cristina Morisi
Fiumi e canali, filari di alberi e distese di campi, agriturismi e piccoli borghi, musei multimediali e ville cinquecentesche, tradizione contadina e innovativa contemporaneità, tutto nello stesso territorio. Questo è il Polesine, da percorrere e conoscere pedalando lungo la ciclabile Adige-Po, da Ovest a Est, con qualche simpatica deviazione.
Partiamo da Bergantino, in apparenza un paese simile a tanti altri, in realtà patria di generazioni di giostrai e tuttora centro propulsivo nella costruzione di ruote panoramiche vendute in tutto il mondo. Questa insolita vocazione a “fabbrica del divertimento” viene esplorata nel Museo Storico della Giostra e dello Spettacolo Popolare, dove sono raccolte le storie delle 500 famiglie locali di artisti itineranti ed esibiti organetti ultracentenari ancora funzionanti, modellini di giostre, marionette.
Più avanti Lendinara, nota come “l’Atene del Polesine”, vanta Palazzo Malmignati, dimora patrizia del XVI secolo di recente riportata all’antico splendore.
L’apoteosi della villa palladiana, però, si può ammirare a Fratta Polesine, con la candida Villa Badoer, progettata e costruita dallo stesso Andrea Palladio, unica per le barchesse ellittiche e Patrimonio Unesco. A pochi passi sorge Villa Grimani-Molin-Avezzù, nello stesso stile ma con timpano colorato e scale d’accesso laterali; ospita in novembre la rievocazione storica “Banchetto Carbonaro”, alla fine della quale, come avvenne realmente qui nel 1818, irromperà per una retata anti risorgimentale la milizia austro-ungarica.
Lungo la via di Pincara, merita una sosta l’Antica Distilleria Mantovani. Da 200 anni gli antenati di Paolo Mantovani si dedicano all’arte della distillazione e lui, con garbo e competenza, offre percorsi organolettici e degustazioni delle sue grappe e liquori, di qualità superiore e straordinaria varietà. Per chi ama il camping, il giardino intorno è aperto al garden sharing, mentre in maggio è colmo di gazebi per la Festa di Primavera.
Borsea si distingue per l’Azienda Agricola Valier, la prima in Italia a coltivare i noci in una filiera sostenibile. Le noci, di origine americana, vengono utilizzate anche nei dolci prodotti nell’attiguo laboratorio e disponibili nel punto vendita.
Ed eccoci a Rovigo. Per scoprirne la complessa identità, la Rovigo card consente l’ingresso agevolato ai suoi edifici più caratteristici, come le due torri medioevali Torre “Mozza” Grimani e Torre Donà, o la chiesa detta “La Rotonda” per la sua pianta ottagonale, o ancora il Teatro Sociale, dove si esibirono i più grandi cantanti lirici del passato e con un cartellone sempre prestigioso, o l’antico Palazzo Roverella, ora centro espositivo, che accoglie, fino al 15 giugno, la mostra Renoir- l’alba di un nuovo classicismo. Nel centro storico non mancano elementi stravaganti, come le boccacce della facciata di Palazzo Roncale o la controversa statua dell’Eroe dei due mondi in Piazza Garibaldi. L’amore per la musica si manifesta negli eventi organizzati tutto l’anno, il più importante dei quali è il “Maggio rodigino”, una kermesse di concerti, spettacoli e incontri dal 4 al 28 maggio. Le eccellenze gastronomiche locali si assaporano, in ricette abilmente aggiornate, all’ Hotel Ristorante Villa Regina Margherita e al Ristorante Alicanto.
Giungiamo ad Adria, punto di snodo tra i due fiumi ed il mare che dal suo popolo prende il nome. Il Museo Archeologico conserva preziose testimonianze di storia millenaria; spiccano i resti di vasi attici, la misteriosa tomba dei cavalli e i reperti in vetro dell’Antica Roma, esposti in una teca dalle luci colorate cangianti; nel giardino, giochi didattici fanno conoscere le civiltà del passato ai più piccoli. Da concedersi, infine, una pausa a tutto gusto con la cucina di pesce del ristorante stellato Molteni. Per tutte le info: www.visitrovigo.it, www.veneto.eu.