Le Isole Gambier, Raiatea, Taha’a e Bora Bora, i paradisi incontaminati dei mari del Sud  

di Elena Barassi

@elena_barassi

Un arcipelago incontaminato in cui il verde della lussureggiante vegetazione, aggrappata ai ripidi pendii delle isole, si riflette nelle nuances turchese acceso del mare. Un pugno di isole ed un’incredibile barriera corallina punteggiata da motu sabbiosi, le isole Gambier, le più remote della Polinesia Francese e per lo più disabitate, sono l’essenza più autentica dei mari del Sud.

Si plana su un minuscolo granello di sabbia del motu Totegegie per poi venire traghettati a Mangareva che, sollevata dall’oceano dal semidio Maui, è l’isola più grande dell’arcipelago e si erge sulla laguna come una grande cattedrale in cui sono ben evidenti le guglie della chiesa di Saint Michel. Massima espressione delle mire dispotiche del gesuita Honoré Laval per convertire la popolazione alla fede cattolica, la cattedrale, impreziosita da madreperla e, ai tempi di Laval, da gigantesche perle nere, fu per lungo tempo la chiesa più grande del Pacifico meridionale. Prese d’assalto durante la metà dell’800 dai missionari che fecero costruire, con calce corallina, chiese, conventi e scuole, le isole di Mangareva, Akamaru, Aukena e Taravai conservano ancora chiese ben conservate. Niente lusso ma la calda ed appassionata accoglienza polinesiana in queste isole vulcaniche che hanno in tutto solo una manciata di guest house a Mangareva ma qui la natura è tutto ciò che occorre per essere felici. Da Rikitea, il capoluogo delle isole, un pugno di case e qualche allevamento delle più pregiate perle del Pacifico, si va alla scoperta della laguna, sulle orme di padre Laval.

Lo sguardo si posa sulla spiaggia di soffice sabbia bianca e la folta vegetazione dell’isola di Aukena che svela all’interno una torre di avvistamento e le rovine del seminario Re’e, riservato ai ragazzi che vivevano nel convento Rouru a Mangareva. Più in là l’isolotto di Mekiro è luogo privilegiato per avere uno sguardo, dopo aver raggiunto la croce sulla sua cima, su tutta la laguna mentre Akamuru regala la preziosa vista della chiesa Notre-Dame de la Paix costruita interamente in corallo rivestito di calce. Immancabile conclusione della giornata un pic nic a base di poisson cru au coco in una spiaggia dalle nuances rosa che abbraccia uno dei tanti motu completamente disabitati della laguna.

Veleggiando da Raiatea a Taha’a

Cielo dalla dolce luna. È così che venne soprannominata Raiatea dalla figlia della regina Rai. Culla della cultura polinesiana e seconda isola in ordine di grandezza dell’arcipelago delle isole della Società, Raiatea è l’isola sacra per eccellenza, dal momento che qui si trova il sacro marae di Taputapuatea, divento pure patrimonio Unesco.

Numerose sono le leggende che pervadono le vallate di Opoa, simbolo di profumata vaniglia e le maestose montagne che si innalzano sull’isola fino al cratere di Faaroa, che prende il nome dell’unico fiume navigabile in Polinesia.  Profuma il monte Temehani di un fiore bianco e delicato, che sboccia solamente all’alba. Il suo nome è apetahi ed è il simbolo di Raiatea.  Nel cuore di una foresta vergine, si lascia alle spalle il vivere quotidiano per entrare nel mondo spirituale di Niu Shack , un luogo di contemplazione e scoperta dove meditare, fare bagni purificatori, massaggi ma pure assaggiare un gustoso pranzo vegano. Da Raiatea in catamarano, probabilmente il modo più romantico per scoprire le isole della Polinesia, si raggiunge Taha’a, l’isola della vaniglia.

La sua bellezza è struggente, soprattutto al tramonto, quando il cielo improvvisamente si tinge di tutte le sfumature di aranci e rosa mentre il sole cala lentamente dietro la montagna di Bora Bora. Unica isola del Pacifico ad essere contornata da ben 50 motu e ad avere in un universo di laguna turchese alcuni dei giardini di corallo più belli al mondo come quello di Oromahana, Taha’a è luogo d’elezione per scoprire la vaniglia più ricercata dagli chef patissier di tutto il mondo.

Bora Bora, la laguna più bella al mondo

L’esploratore britannico James Cook l’aveva definita “la Perla del Pacifico” e Bora Bora è sicuramente quello che più si avvicina al paradiso terrestre. Le sue acque color turchese e celeste definiscono quella che è, da sempre, la laguna più bella del mondo, talmente perfetta da sembrare la tavolozza di un pittore. Al centro di questa idilliaca laguna il monte Otemanu sembra quasi proteggere in un abbraccio Bora Bora e i suoi selvaggi motu.

Ed è proprio su uno di questi, il Motu Piti Aau, l’isolotto dei due cuori, che sorge l’Intercontinental Bora Bora Resort & Thalasso Spa, https://thalasso.intercontinental.com/ il rifugio perfetto per chi vuole vivere la Isole di Tahiti pied dans l’eau. Tutte le 84 suite e ville, alcune con piscina privata e decorate in uno stiloso gusto contemporaneo con tocchi di design tradizionale polinesiano, si trovano infatti sull’acqua. All’interno intrecci di bambù e pandano e madreperla intagliata conferiscono quel giusto touch esotico ma sono le finestre panoramiche aperte su un paesaggio da fiaba a dare quel tocco in più che ammalia. Tra tutte, le 4 Teremoana Suite Overwater, 320 m2 di privacy assoluta con pure un’infinity pool di ben 19 m sono un sogno. Legno di Miki Miki, pavimenti in legno di quercia scura e foglie di pandano per il tetto di queste residenze, tutte all’insegna dell’eco-sostenibilità, affacciate sul magnifico monte Otemanu, che, soprattutto al tramonto, regala emozioni a non finire.

Si esce da questi rifugi a cinque stelle per coccolarsi alla Deep Ocean Spa, oasi di benessere e primo centro di talassoterapia nel Pacifico meridionale dove si sceglie tra i rigeneranti trattamenti a base di sostanze nutritive estratte dalle acque profonde e rituali polinesiani.  Tra questi il Romance Polynésienne, per coppia, è da mille e una notte. La laguna, però, è come un canto di sirene. Immancabile allora scoprirne i fondali dove razze, mante e squali limone pinneggiano in libertà. E per finire, un pic nic su un motu selvaggio accompagnato dalle dolci note dell’ukulele.

Si vola da Parigi a Papeete, con scalo tecnico a Los Angeles con Air Tahiti Nui. Tutti i voli interni sono operati da Air Tahiti. Info Le Isole di Tahiti

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