Una rivista letteraria per Jeff Bezos
Adesso non resta che capire se si tratta di una buona notizia o di un campanello d’allarme. Amazon, il colosso dell’e-commerce, diventa editore di una rivista letteraria. Il titolo non è dei più tradizionali per questo genere di magazine. Però Day One esprime bene l’idea di fondo della rivista. Sarà, infatti, un settimanale dedicato allo scouting di giovani penne, con ambizioni letterarie di alto livello. Sia nel campo della poesia, che della narrativa. Così come in quello della saggistica e della grafica. La rivista – ecco un altro paio di elementi da sottolineare – non sarà gratuita (l’abbonamento annuale dovrebbe costare intorno ai 22 dollari) e sarà possibile acquistarla solo in formato digitale.
I naturali competitor di Day One non sembrano molto impauriti dalla mossa della compagnia di Jeff Bezos (lo stesso che grazie al suo incredibile successo imprenditoriale è riuscito ad acquistare nel luglio di quest’anno il Washington Post per 250 milioni di dollari). Il Guardian di Londra ha raccolto l’opinione di Simon Prosser, che dirige la rivista letteraria Five Dials. “Quella lanciata da Amazon è una rivista che non si rivolge ai nostri stessi lettori – commenta Prosser -. Inoltre le differenze sono lampanti. La nostra è gratuita ma a differenza di Day One raccoglie solo articoli e racconti di firme prestigiose (da Zadie Smith a Javier Marias, ndr)”.
Sono passati 18 anni dal lancio di Amazon, che oggi è il primo negozio on line al mondo. Nato per distribuire i libri americani ai quattro angoli della Terra, ora spedisce di tutto. L’azienda ha come unico motto il tradizionalissimo “il cliente ha sempre ragione” e non conosce crisi (anche in Italia ha aperto i suoi stabilimenti, assumendo proprio di recenti centinaia di addetti).
Il fatto che questa società sia decisa a entrare nel campo “minato” dell’editoria letteraria (quella però che fa l’occhiolino al vastissimo sottobosco del selfpublishing) è un dato da registrare con interesse. Fino a oggi Bezos non ha sbagliato un colpo. Bisogna però capire se assecondare le velleità degli aspiranti scrittori sia soltanto un florido business o se dietro questa operazione si nasconda la necessità di supportare il mercato dell’e-book con una strategia propriamente editoriale.
E chissà che non possa rinascere una rigorosa politica editoriale là dove meno te l’aspetti e soprattutto quando meno te l’aspetti.