Il classico appartiene alla categoria dell’eterno ritorno. Si nutre di miti, di tradizioni, di canoni. Per poter illuminare la strada anche ai più distratti viandanti, pardon: lettori. Un lettore può però non essere distratto ma vorace e quindi – col tempo – ha bisogno incontrare di nuovo quel classico per riprendere quel mito, quell’allegoria, quell’ammonimento, quella universale descrizione e sintesi che possono aiutarlo a tenere ben alta la luce davanti ai suoi occhi. Ecco perché, di tanto in tanto, torno su classici già letti. O a quelli che ho finito per chiamare tali grazie a ripetute letture. Come L’insostenibile leggerezza […]