Un ex silos per il grano diventa il nuovo hub dell’arte contemporanea africana. Un vecchio biscottificio nel quartiere industriale è da anni il polo della nuova gastronomia del Continente. E’ questa la magia e il fascino di Cape Town che continua a rimanere in cima alle classifiche delle mete più visitate dagli italiani in Sudafrica. Sarà per il suo carattere europeo, sarà per quello spirito creativo che più volte l’ha fatta eleggere capitale del design nel paese, Città del Capo va vista per capire dove va il Sudafrica di oggi. Ma la città può essere anche la base per un itinerario diverso alla scoperta della costa Ovest, meno battuta dal turismo internazionale e delle “altre” Winelands: Paarl e Montagu.

Volo su Cape Town

Se avete già visitato la bellissima costa est del paese con la Garden Route e avete già vissuto l’esperienza del safari in uno dei grandi parchi nazionali, in un secondo viaggio in Sudafrica, atterrate direttamente a Cape Town. Ci sono ormai diverse compagnie che con uno stop over in Europa o negli Emirati, offrono un comodo collegamento. Questo vi permetterà di visitare meglio la meno conosciuta ma altrettanto splendida costa ovest del paese, oppure, se avete tanto tempo, inoltrarvi verso gli spazi maestosi del Grande Karoo ed esplorare le sabbie color fuoco del Kalahari sudafricano e il sud della Namibia. All’ombra della Table Mountain, Città del Capo non smette di riservare novità interessanti, e non a caso da anni è considerata capitale del design e della creatività nel paese e in tutta l’Africa. Ultima aggiunta è stata il nuovo Cape Town’s Zeitz Museum of Contemporary Art Africa o Zeitz-Mocaa, aperto da qualche mese sul lungomare del Victoria & Albert Waterfront. Il progetto, molto atteso, sorge in un’area della città vocata allo shopping e alle passeggiate all’aria aperta e ha visto il recupero di un ex silos per il grano trasformato in un hub per mostre di artisti contemporanei da tutta l’Africa e dalla diaspora. Il Zeitz-Mocaa vuole essere anche un centro di produzione e un laboratorio di nuovi linguaggi, grazie a progetti commissionati e attività di scouting di giovani talenti. Nel centro della città, Long Street resta l’arteria principale per negozi e ristoranti, mentre il proseguimento Kloof Street è il regno dei caffè rilassati e delle gallerie d’arte private. La strada dove andare adesso è Bree Street, dove ha aperto da un anno The Shortmarket Club, bistrot di alta cucina sudafricana firmato dallo chef più in vista del paese Luke Dale-Roberts. Alla guida del locale, il suo giovane protetto Wesley Randles. Dale-Roberts è lo chef del premiatissimoThe Test Kitchen e del vicino bistrot The Pot Luck Club, entrambi nell’ex area industriale di Woodstock. In quello che un tempo era un biscottificio, sorgono questi due indirizzi che negli ultimi anni hanno riunito i gourmand di mezzo mondo alla ricerca della nuova cucina sudafricana, che riscopre ingredienti locali e ma li tratta con le più raffinate tecniche europee.

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Le altre Winelands

A 40 minuti da Cape Town ci si immerge nelle Winelands, dove nasce il grande vino sudafricano che sta conquistando le tavole globali con una qualità sempre più distintiva. Stellenbosch e Franschhoek sono i centri più conosciuti ma se siete al vostro secondo viaggio nel paese, vale la pena esplorare la piccola emergente Montagu e la città di Paarl, con le sue basse case bianche di origine olandese che incorniciano la via principale. In uno di questi edifici, appena dietro la quinta di abitazioni della Main Street, appoggiato con grazia ai piedi della formazione rocciosa Paarl Rock, nella riserva naturale protetta di Paarl Mountain, si trova il Grande Roche Hotel. Un resort elegante, con un tocco retrò e tanto fascino europeo d’antan. Ha 28 suite in stile olandese circondate dai vigneti di proprietà. Parte degli Small Luxury Hotels of the World, il cinque stelle ha una lunga storia che risale agli inizi del Settecento e che la sua architettura fatta di spessi muri intonacati di bianco, racconta molto bene. Le suite hanno ciascuna un proprio stile e una personalità ben definita. La piccola chiesina viene usata nella stagione primaverile per celebrare o benedire matrimoni. Ad attirare lo sguardo, appena si entra nella proprietà dalla casa padronale, è la sala in stile classico dove si trova il ristorante Bosman’s, da anni in cima alle classifiche in Sudafrica. A guidarlo lo chef Roland Gorgosilich, austriaco di origini, che in menù alterna piatti di carne locale, come l’agnello e lo springbok, a proposte di ispirazione orientale. La carta dei vini è tra le più ampie del paese con migliaia di etichette, ci si trovano molte piccole produzioni dal Sudafrica, e con il sommelier si possono concordare degustazioni private e visite alle cantine più interessanti nei dintorni. In stagione, godetevi le terrazze private nelle suite e le due piscine esterne che guardano la montagna e i filari di vite. La piccola Montagu è 180 km da Cape Town e si trova sulla Route 62, un bella strada nazionale da percorrere in macchina che taglia il paese in due, da Città del Capo a Port Elizabeth, toccando splendide località e paesaggi maestosi. Alcuni la paragonano alle Route 66 americana, certamente è altrettanto affascinante. Montagu si snoda in modo ordinato intorno alla candida chiesa protestante olandese. Questa quieta e benestante cittadina vive di agricoltura e turismo, posizionata come è vicino alle cantine della Robertson Wine Valley che riunisce 50 produttori di eccellenza. Fate un giro tra i negozi della Main Street e fermatevi per pranzo nel locanda The Mystic Tin, proprio a due passi dalla chiesa. Carne spettacolare in menù, ottima scelta di vini che introducono alle successive degustazioni e per chi preferisce c’è la birra, dalla locale produzione Karoo Craft Brewery.

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La terrazza sull’Oceano di chef Kobus

A un’ora da Cape Town, la zona di Western Cape è punteggiata da piccoli paesini dalle basse casine candide. Uno di loro, Paternoster, è meta di buongustai curiosi, grazie allo chef Kobus Van Der Merwe e al suo Wolfgat: 20 coperti e una bella terrazza affacciata sul mare all’interno di una ex casina di pescatori, acquistata e ristrutturata dallo chef. Da fuori l’aspetto è semplice, quasi invisibile la scritta del ristorante sul muro, ma appena si entra dalla porticina, si viene investiti dalla luce e dalla brezza dell’oceano che entra nel locale. Pochi tavoli all’interno dell’unica sala in stile rustico chic, un piccolo camino acceso nella stagione fredda e in fondo, dietro a una lunga tavola in legno chiaro, c’è la cucina a vista, come si fosse a casa di qualcuno. Dietro al “bancone” si muovono con maestria e quasi in silenzio lo chef e la sua brigata, tutti giovanissimi ma molto professionali. La saletta si apre su una terrazza affacciata su un piccolo sperone di roccia, che guarda dall’alto la spiaggia e l’oceano. Due gradini e si è sul terreno trasformato dallo chef in un orto-giardino. Kobus con il suo talento sta rivoluzionando la cucina del paese, grazie al concetto di foraging. Dalla lezione di Renè Redzepi e gli chef scandinavi ha appreso la curiosità di ricercare la storia del suo paese attraverso la natura che lo circonda. Nel menù degustazione usa le erbe raccolte nel fynbos, la bassa brughiera sudafricana, alla riscoperta di antichi ingredienti e sapori. Alghe, frutti di mare, arbusti un tempo parte dell’alimentazione dei San, gli antichi abitanti della costa, entrano così (o dovremmo dire tornano) in menù, in piatti minimalisti ma con una grande storia dietro, che lo chef al tavolo racconta ai suoi ospiti. Come quella, bellissima del  Kasteelberg, filetto di springbok, accompagnato da erbe del fynbos (klipmossel e klipkombers) e polvere di  biltong (carne secca) sempre di gazzella.  Nella composizione, come negli ingredienti ricorda i graffiti San nelle grotte dei dintorni e si ispira alla grotta Wolfgat, appunto, da cui prende il nome il ristorante, il cui accesso è proprio a pochi passi.

Un cottage bianco sulla laguna

Il West Coast National Park completa il viaggio in questo angolo del paese. Bassa brughiera, la grande laguna di Langebaan dalle acque calme e cristalline, perfetta d’estate, mandrie di grandi eland e grysbok, e piccoli roditori e volpi osservabili a piedi, grazie alla fitta rete di percorsi trekking e per le bici sportive, disponibili nel parco. Prenotate in tempo il soggiorno all’interno del parco in uno degli intimi cottage bianchi, gestiti dall’ente SanParks. Al prezzo di un b&b avrete il vostro angolo romantico con affaccio sulla baia, cucina e super accessoriato.

Info: www.southafrica.net

Alessandra Gesuelli @alegesuelli

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