La scena dovete immaginarvela più o meno così: uno di quegli squallidi saloni di rappresentanza (si fa per dire) di un maestoso palazzo ministeriale (anche sul maestoso… be’… lasciamo perdere). Pomeriggio di fine luglio. Condizionatori funzionanti ma molto rumorosi che riescono a coprire anche il rumore delle sedie mosse sul linoleum. Attorno a un tavolo di formica (“pensavamo fossero estinti”, qualcuno più spiritoso di altri ha sussurrato provando a rompere il ghiaccio) rappresentanti del ministero e degli editori. Sul suddetto tavolo copie di un’inchiesta appena stampata.  Gli studenti, secondo i dati raccolti da Skuola.net,  non hanno intenzione di leggere i loro libri per le vacanze. Non tutti almeno. Infatti, sebbene la metà dei ragazzi, quella più coscienziosa, abbia affermato di volersi dedicare alla lettura prima dell’inizio del nuovo anno scolastico, l’altra metà si divide tra coloro che di leggere nemmeno vogliono sentirne parlare, e altri che, invece, daranno appena uno sguardo ai loro libri per poi cercarne i riassunti on line. Che tirava una brutta aria, se ne era accorta anche il ministro per l’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, che una settimana fa aveva dichiarato: “Meglio vacanze più corte ma senza carichi di studio”. Il ministro poi aveva aggiunto: “Sarebbe bello che a ogni ragazzo fosse fornita una lista di libri dove poter soddisfare ogni eventuale curiosità”. Anche questo gesto di avveduta liberalità però sembra destinato a schiantarsi contro il muro dell’indifferenza giovanile. Un quarto dei ragazzi intervistati, infatti, non leggerà i libri consigliati. Grazie a pc, tablet e smartphone si metterà, invece, alla ricerca di sunti sul web (“hai visto mai la prof volesse chiederci di che parla il tal libro!”). A conferma di questa deriva i responsabili di Skuola.net confessano che proprio in questi giorni le sezioni del portale dedicate alle recensioni di libri sono state prese d’assalto. Ora torniamo alla sala ministeriale. C’è chi si mette le mani nei capelli. E chi sbotta: “Ma come! Avevamo immaginato che quelle sezioni potessero servire i giovani per orientarsi tra i libri da leggere e invece quegli strumenti vengono presi come veri e propri succedanei della lettura!” Gli editori, intanto, fanno due conti e già pensano: “Ecco altri margini persi nella diffusione dei titoli di catalogo”. Non rimane che arrendersi? E tutti i convenuti nella sala ministeriale rimasero perplessi sulla scelta: fornire ai ragazzi compiti per l’estate o limitarsi a un saggio consiglio su eventuali letture estive? E intanto le vendite di smartphone e tablet vanno alla grande mentre le librerie si chiudono (e non solo per le agognate ferie estive). “Togliamo almeno Melville dall’elenco!” Nel silenzio generale rotto soltanto dai singhiozzi dei condizionatori d’aria, emerge dal fondo della sala la voce gioconda di chi non si arrende. “Ma come si fa? – gli rispondono – Moby Dick è una lettura imprescindibile!” “Ma io mi riferivo a Bartleby lo scrivano”.

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