C’è un rocker accanto a Dickens
Chi non conosce l’inglese non legga quanto segue. Chi non ha mai preso in mano un volumetto della Penguin Classics forse storcerà il naso. Qui, infatti, parliamo di una nuova uscita in una delle più prestigiose collane di classici tascabili. Il marchio inglese Penguin (una sorta di nostra Bur o Oscar Mondadori) porta domani nelle librerie di mezzo mondo il libro Autobiography scritto da Steven Patrick Morrissey meglio noto come Morrissey dalle centinaia di migliaia di fan ammirati dalla sua musica e dal suo carisma di artista maudit. Ne parliamo in questo blog per due motivi. Il primo è per evidenziare un segnale affatto positivo. Il secondo è per sottolineare le stranezze di un cantante e musicista che delle bizzarrie ha fatto spesso la sua cifra più evidente e che ha adesso ottenuto dai responsabili della casa editrice nientemeno che il privilegio di finire dritto dritto nella collana dei “classici” senza passare da hardcover o altre collane meno impegnative.
Il motivo di gaudio è che una grande pubblicità di questa uscita è apparsa ieri su uno dei più diffusi quotidiani italiani. A mia memoria (ma potrei sbagliare, caro lettore, in tal caso sarei felice di una rettifica) è la prima volta che una casa editrice straniera pubblica un messaggio pubblicitario su un media italiano. Segno dei tempi, si dirà. Appunto! Un ottimo segno. Sicuramente i manager della casa editrice inglese hanno fatto un ragionamento quanto meno pratico. Non credo che abbiano pensato di sprecare soldi con questa iniziativa. La ragione, quindi, di un simile impegno pubblicitario è che da noi ci sono tanti potenziali lettori di questo libro. Insomma la lingua del Bardo potrebbe essere alla portata almeno di quei fan del musicista, da sobbarcarsi l’onere di entrare in una libreria e prendersi nella versione originale l’autobiografia del leader degli Smiths, il gruppo rockabilly che negli anni Ottanta lo lanciò. Oltretutto la diffusione dell’e-commerce faciliterebbe quanti non si trovano in un grande centro metropolitano, dove resistono le poche librerie internazionali.
Il secondo aspetto – e forse anche più curioso – dell’intera faccenda è che Morrissey ha convinto i vertici della Penguin a inserire il suo titolo tra Charles Dickens e Jane Austen. Il senso di questa operazione mi sfugge, ma provo a immaginare cosa succederebbe da noi se Vasco Rossi o Piero Pelù decidessero di far pubblicare dalla Mondadori il loro tomo autobiografico accanto alle Ultime lettere di Jacopo Ortis e ai Malavoglia. Un simpatico cortocircuito, scommetto. E forse un modo intelligente di rimescolare le carte (anche se qualche purista e qualche accademico storcerebbero il naso)