Chi ha paura di Jane Austen?
Lo confesso: invidio gli inglesi. O meglio, nutro per loro un forte sentimento di ammirazione. Solo da loro può esserci qualcuno che arriva al punto di preoccuparsi di capire se la sua vita è “intossicata” dai libri. Se, insomma, è divenuto col tempo un romanzo-dipendente. E tra le diverse metamorfosi di questa malattia sociale c’è anche la Jane Austen dipendenza. Pare sia una piaga molto diffusa. Le autorità britanniche non hanno ancora preso provvedimenti. Brancolano nel buio. Il loro – dicono – è da sempre un paese libertario: non si può certo impedire la lettura e la diffusione dei libri. Stesso disorientamento lo provano gli americani. Anche da loro ha guadagnato terreno questa “epidemia”. I media rilanciano l’allarme ma le autorità sanitarie e la polizia non sanno come fermare il fenomeno. Intanto c’è chi prova a fare un vademecum, chi a stendere un bigino della sintomatologia, chi si sta impegnando sul piano della profilassi.
Il sito di informazione americano Buzzfeed, a esempio, ha individuato nell’amore per i romanzi di Jane Austen uno dei ceppi più forti e resistenti dell’epidemia. E ha stilato un elenco dei sintomi che rivelano la propria assoluta dipendenza dalle pagine di Orgoglio e pregiudizio come degli altri titoli della scrittrice inglese .
L’elenco è composto da 23 punti. Il primo è per gli anglofoni che non sono nati o vissuti sul suolo britannico e recita più o meno così: “quando nei tuoi monologhi interiori parli con accento british allora sei borderline”. La lista può rivelare non solo una dipendenza accentuata e rischiosa, ma può anche segnare l’avvenuta trasformazione. Per esempio se rimpiangi di non essere vissuta nell’Ottocento (punto 4), se ti costringi a delle faticose e noiosissime lezioni di piano nell’infondata speranza che possa aiutarti a trovare marito (punto 3) allora vuol dire che hai letto troppe volte Emma e Persuasione. Alcuni punti, poi, sono la cifra evidente che la soglia della dipendenza conclamata è stata definitivamente varcata: se il tuo uomo ideale è uno snob, ricco e anaffettivo (punto 17) o se vai in giro con una cuffietta d’epoca (punto 13). Le autorità, però, hanno ottenuto di fare inserire come “codice rosso” nei Pronto soccorso il punto 23: “Vivi in un mondo di fantasia dove tutti sono gentili gli uni con gli altri e le cose vanno sempre a finire bene”. Ecco quando si arriva a quel punto allora non rimane che chiamare l’ambulanza.
L’Organizzazione mondiale della sanità ha già diramato un comunicato con il quale si avverte la popolazione mondiale dell’esistenza di comunità di contagiati che si isolano per continuare a leggere indisturbati i libri della scrittrice inglese. All’ingresso di una di queste fattorie nella campagna inglese è stato appeso un cartello con su scritta questa frase: “La malattia è il dottore a cui si dà più ascolto. Alla gentilezza e alla saggezza noi facciamo soltanto delle promesse; al dolore, noi obbediamo”. Pare che tra i residenti di quella stessa fattoria, come spiegano gli operatori sanitari, ci sia qualcuno affetto da proustite acuta.