Una mosca salverà il colle di Leopardi
Scripta manent dicevano i latini. Sì, va bene. Le parole restano. Però le parole non sempre fermano la realtà che vogliono rappresentare. A volte la catturano, ma il tempo le sfibra e le trasforma in un tessuto dalla filigrana larga che fa esondare il senso profondo che volevano conservare. Chiedete a Leopardi per esempio notizie del suo “ermo colle”. Lui, buonanima, vi dirà che è tutto lì nelle parole che ci ha lasciato, in quella poesia (L’infinito) che ancora resiste nei programmi scolastici. Sempre caro gli fu “quell’ermo colle” al poeta, e quella “siepe” che impedisce allo sguardo di cogliere la linea dell’orizzonte. Fra un po’ non saranno soltanto le siepi a rovinare la vista che si godeva dal palazzo Leopardi della collina di fronte a Recanati. Italia Nostra ha infatti lanciato l’allarme riguardo al possibile stravolgimento di uno dei colli più famosi della letteratura italiana grazie a una proditoria modifica dei vincoli urbanistici. Con buona pace dei suggestivi endecasillabi leopardiani. L’intervento stigmatizzato da Italia Nostra è – come si legge in un comunicato dell’associazione – la “ristrutturazione di una casa colonica e annessi agricoli per trasformarla in un complesso ricettivo in via del Passero Solitario (altra celebre poesia leopardiana, ndr)”. Italia Nostra ricorda che si tratta di un’area che è stata dichiarata di notevole interesse pubblico con un decreto ministeriale del 1955 in quanto esprime “un caratteristico aspetto avente valore estetico e tradizionale con spontanea concordanza e fusione tra l’espressione della natura e l’opera dell’uomo”. Se cambiamo canale il penoso spettacolo non cambia. Basta spostarsi in Inghilterra per rendersi conto che i tempi non sono certi favorevoli a chi ancora crede al potere salvifico della parola. Verrà venduto, nientemeno che su Ebay, Esthwaite Water, un piccolo lago della Cumbria che ispirò uno dei componimenti più studiati del poeta inglese William Wordsworth. Il lago (che fa parte di un’area di circa un chilometro quadrato) è di proprietà privata e verrà ceduta proprio sul più grande portale di e-commerce. Il fatto di essere stato immortalato da Wordsworth, ha spiegato il proprietario della tenuta, è un ulteriore motivo di interesse per i potenziali acquirenti. La zona è comunque conosciuta anche dai fan di un altro nume della letteratura inglese; quella Beatrix Potter che con le favole di Peter Coniglio ha accompagnato l’entrata nel sonno di generazioni di bambini (inglesi e non). Passa proprio davanti a questo splendido regno dei pescatori di trota, infatti, la linea ferroviaria costruita proprio per far visitare ai piccoli lettori di Peter Coniglio la celeberrima Hill Top Home. I bambini, e i turisti in generale, affollano questo splendido scorcio del Lake District perché stimolati dalle parole lasciate dalla Potter e da Wordsworth. Quelle parole, insomma, sono state capaci di creare un universo intangibile ma granitico nel ricordo dei lettori, che ora vogliono confrontarne la forza mettendola di fronte al modello ispiratore. Fino a oggi le loro spensierate gite, piene di felici agnizioni, non hanno subito l’onta di una speculazione edilizia. Le parole hanno resistito, insomma. Ma domani cosa accadrà? Queste due notizie mi hanno ricordato una poesia di Bartolo Cattafi (le sue opere sono pubblicate da Mondadori). Si intitola La mosca e parla appunto della differenza tra reale e letterario tra parola evocativa e cosa evocata. La mosca ronza/ sulla parola mosca/ la stuzzica per farla/ volare dalla carta/ la mosca ignora/ che quell’altra mosca/ – bisillabo inchiostro sulla carta – / non è più sua compagna/ ma nostra. Con buona pace degli ambientalisti e dei conservatori incalliti, dobbiamo consolarci con la parola (soprattutto quella bella, ricca di potenzialità, evocativa e sontuosa), anche là dove il corso del tempo ha causato la distruzione (o trasformazione) del suo modello.