La vitamina C? Nella frutta di Montaigne
Non è l’uovo di Colombo, ma poco ci manca. L’ultima idea geniale dell’editore Elido Fazi è quella di mandare in libreria la summa filosofica di Michael de Montaigne divisa per aree tematiche. Dopo il successo ottenuto nel 2011 con la biografia del filosofo francese scritta da Sarah Bakewell (Montaigne. L’arte di vivere, traduzione di Thomas Fazi), l’editore romano tenta una nuova carta. L’enorme mole della riflessione filosofica di Montaigne viene divisa per aree tematiche in modo da facilitarne l’approccio proprio ai più giovani o ai meno abituati a letture impegnative di carattere teorico. D’altronde Montaigne può essere considerato un precursore non soltanto del pensiero filosofico moderno, ma addirittura dello stile di vita contemporaneo visto che ha messo in gioco il proprio sé per confrontarlo con il mondo circostante. Per fortuna il suo successo è dovuto non soltanto a una mente eccellente e a una cultura a dir poco enciclopedica, ma anche a uno stile di vita e a un’educazione che gli ha permesso di realizzare con largo anticipo sulle mode correnti alcuni dei pensieri cardini del XX secolo. Primo fra tutti l’armonia tra uomo e natura (il primo non deve sfruttare proditoriamente la seconda, bensì convivere con essa e da essa imparare a vivere e non a sopravvivere). E nell’avvertire che la possibile salvezza dell’uomo risiede nel non dimenticare mai che una sapienza pratica è l’unico salvagente cui aggrapparsi.
Il piano dell’opera, divisa in sette volumi, porta la firma di Federico Ferraguto. Lo stesso giovane studioso che, sempre per Fazi, aveva tradotto l’anno scorso L’amicizia per se stessi di Whilelm Schimd (una sorta di Montaigne moderno che aiuta con il suo ragionamento a non farsi schiacciare ineluttabilmente dalla tecnologia).
Il primo volume del Montaigne sezionato e riassemblato porta il titolo Coltiva l’imperfezione, raccogliendo i testi in cui il filosofo francese analizza proprio la finitezza umana non come limite ma come meravigliosa opportunità. A esso seguiranno: Sopravvivi all’amore; Svegliati dal sonno dell’abitudine; Scopri il mondo; Lavora bene, ma non troppo bene; Filosofando per caso e La risposta è la vita stessa (che comprende un solo saggio di Montaigne Apologia di Raymond Sebond).
Voglio credere (ma soprattutto sperare) che questi agili volumetti finiranno copiosi nelle mani dei ragazzi. In questo modo Montaigne potrebbe finalmente essere letto con profitto con lo scopo non solo di offrire validi ragionamenti astratti ma anche di insegnare a vivere e convivere con se stessi e con gli altri.
Come spiega la Bakewell nella sua biografia, Montaigne già nella sua indole era più vicino ai giovani di oggi che ai suoi contemporanei. Eccentrico, contraddittorio, smemorato e pigro, il filosofo francese trovò naturale parlare di sé filosofeggiando. Eppure per l’epoca in cui è vissuto era senza dubbio un tabù, mentre oggi – nell’epoca dei social network – sembra una necessità comune. Un valido motivo per leggerlo (o rileggerlo), sempre secondo la Bakewell, è che Montaigne ci esorta a salvaguardare la nostra umanità, contro ogni forma di esaltazione e contro ogni totalitarismo. E soprattutto ci insegna a osservare le cose da differenti punti di osservazione in modo da non irrigidirsi in posizione ideologiche.
È proprio sfogliando un’opera come quella di Montaigne che torna alla mente una celebre massima di Aristotele: “Le radici della cultura sono amare, ma i suoi frutti sono dolci”. Certo, quelli di Montaigne organizzati e “lavorati” nella proposta editoriale di Fazi ricordano più le confezioni già sbucciate e preparate di frutta esotica offerte nei supermercati, tuttavia se fosse l’unico modo per far mangiare un po’ di zuccheri e vitamine ai nostri ragazzi, ben venga. Le madri ansiose – ne sono sicuro – apprezzerebbero.