Thomas Hardy “risorge” su Tik Tok
Chissà se anche Tess dei d’Urberville è finito (o finirà) nei video che la giovanissima californiana Selen Velez confeziona per la piattaforma di Tik Tok. Questa ragazza (nemmeno ventenne) ha infatti deciso, durane il primo lockdown, di costruire piccoli video in cui consiglia “romanzi strappalacrime”. E i suoi consigli, dal punto di vista editoriale, sembra riescano più efficaci di tante e prezzolatissime pubblicità. Anche gli editori americani sono rimasti sconcertati dal successo della sua “influenza”, capace di riportare nella vetta delle classifiche di vendita titoli che gli stessi editori avevano dimenticato.
Purtroppo non sono su Tik Tok. Quindi non posso accertarmene di persona. Il caso di Selen Velez mi è venuto in mente proprio al termine della lettura del capolavoro di Thomas Hardy (goduto nella traduzione di Aurelio Zanco per Einuadi). Non mi capitava da tempo sottomano un romanzo “lacrimoso”, con la protagonista incatenata a un tragico destino che per tutto il corso della narrazione il lettore spera e prega che non si compia.
Di “lacrimoso” il romanzo di Tess ha l’impianto e la cornice. Con quelle descrizioni degli ambienti e dei personaggi minori che potrebbero far storcere il naso a molti lettori di oggi e a moltissimi millennials che usano i social come Tik Tok come fonti per formare il proprio bagaglio culturale.
Eppure questo straordinario romanzo di Hardy andrebbe letto soprattutto oggi. Il destino di Tess è segnato soprattutto dal modo corrivo con cui gli uomini considerano le sue debolezze e la sua condizione. Il loro egoismo, il loro spregiudicato cinismo, la compiacenza muta di una società fondata sul più esasperato maschilismo, sono tutti elementi che segnano la Via Crucis di questa giovane donna. Ne fanno un’eroina soprattutto suo malgrado. E una vittima dei tempi.
Oggi che ci scandalizziamo per lo sfruttamento delle donne, per i femminicidi, per ogni tipo di violenza (anche psicologica) che una società, ancora non emancipata a sufficienza dai cliché di un’ideologia maschilista, non riesce a circoscrivere e soprattutto a eliminare, potremmo mettere in mano ai nostri ragazzi questo romanzo. Chiedendo loro di sopportare con certosina pazienza le lunghe descrizioni e dissertazioni di Hardy (confezionate però con una lingua altamente letteraria e sempre seducente). Alla fine si troveranno a parteggiare sicuramente per la bellissima Tess e a ripromettersi che mai e poi mai tratteranno una fidanzata o una moglie o una semplice amica con lo stesso meschino egoismo usato da Angel Clare e da Alec d’Urberville. Alla fine, ne sono sicuro, ci ringrazieranno. E magari andranno su Tik Tok a chiedere alla loro coetanea californiana altri consigli di lettura.