Omeopatia, una medicina che divide
La medicina omeopatica divide tra chi ne difende l’efficacia e chi la critica senza riserve. Anche a livello di studi. Tre giorni fa, sono stati pubblicati i risultati di una ricerca condotta dal National Health and Medical Research Council australiano che la liquida come un effetto placebo. Conclusione a cui è giunto il team capeggiato dallo scienziato Paul Glasziou che ha definito l’omeopatia una «terapia a vicolo cieco il cui trattamento è efficace quanto i farmaci placebo». Secondo questi studiosi «Non vi è alcuna prova attendibile che l’omeopatia sia efficace». Per arrivare a tali conclusioni, il ricercatore ha revisionato 68 tipi di patologie e dai loro risultati è emerso che il successo delle varie terapie omeopatiche non ha superato neppure quelle di un placebo. Puntuale, oggi, è arrivata la risposta dei sostenitori della medicina omeopatica. Secondo l’AMIOT, l’associazione di medici esperti in medicina di origine biologico-naturale più rappresentativa d’Italia – lo studio australiano «non è affatto credibile in quanto non è uno studio peer-review». Portando, a sostegno dell’omeopatia, una nuova indagine, condotta da ricercatori della Harvard School of Public Health e del Beth Israel Deaconess Medical Center che ha rilevato come l’uso della Medicina Omeopatica comporti benefici per la salute pubblica come riduzione nell’uso di antibiotici inutili, riduzione dei costi per il trattamento di alcune malattie respiratorie, miglioramento nella depressione peri-menopausa, miglioramento delle condizioni sanitarie in individui affetti da malattie croniche. Dal punto di vista statistico, sempre secondo il comunicato rilasciato dall’Amiot, mentre le due precedenti indagini governative degli Stati Uniti nel 2002 e nel 2007 avevano rilevato che la Medicina Omeopatica era stata utilizzata rispettivamente dal 1,7% e il 1,8% degli adulti americani, l’attuale ricerca ha rilevato che nel 2012 l’uso della Medicina Omeopatica – al netto di tutte le altre pratiche di medicina non convenzionale, anch’esse utilizzate in USA – era cresciuto circa del 15%, nonostante sia ancora inferiore ad altri paesi come l’Italia (8,2%) e la Germania (14,8%). Questa indagine, come decine pubblicate in precedenza – ha spiegato il Prof. Paolo Roberti di Sarsina, fondatore dell’Ente Morale “Associazione Medicina Centrata sulla Persona” e massimo esperto di Medicine Non Convenzionali in Italia – ha rilevato che le persone più istruite rappresentano il gruppo sociale maggiormente propenso a usare medicinali omeopatici per il loro percorso di cura e salute rispetto alle persone meno istruite. Le patologie più comuni per le quali le persone hanno seguito trattamenti con medicinali omeopatici sono i disturbi respiratori e orecchio-naso-e-gola e le sindromi dolorose muscolo-scheletriche, a conferma dell’efficacia di questo metodo di salute che non può certamente essere derubricato a ‘effetto placebo’ come periodicamente gli scettici sostengono. Scettici, è bene ricordarlo, che usano il metodo scientifico a proprio uso e consumo, salvo poi – conclude Roberti di Sarsina – ignorare sistematicamente qualunque ricerca – e sono ormai numerose – che sfati i più radicati pregiudizi anti-scientifici”. E voi, come la pensate? Siete convinti che l’omeopatia abbia solo un effetto placebo?