melaNon è una definizione che va di moda, anche se qualcuno, ogni tanto, la tira fuori nei discorsi. L’intestino è davvero il nostro secondo cervello e quello che mangiamo influenza non solo la salute, ma anche il nostro umore. Vi capita mai di fare attenzione al vostro stato emotivo, quando vi risvegliate dopo una serata di eccessi gastronomici? Provate ad ascoltarvi e vedrete. Heather Francis, invece, volendo dimostrare che “apportare modifiche alla dieta potrebbe rappresentare una terapia per alleviare i sintomi della depressione”, ha condotto, su questo tema, uno studio, pubblicato dalla rivista PLoS ONE. Ebbene, con i suoi colleghi della Macquarie University di Sydney , Francis ha reclutato 76 uomini e donne di età compresa tra 17 e 35 anni con sintomi di depressione e ansia. Inoltre, queste persone consumavano una grande quantità di grassi e zuccheri. I partecipanti sono stati divisi in due gruppi. Quelli del primo sono passati ad un’alimentazione più sana, mentre quelli del secondo hanno continuato a mangiare come prima, senza cambiare abitudini. Cosa si intende per alimentazione “più sana”? Sappiate che, anche in Australia, il modello di dieta sana corrisponde a quello della dieta mediterranea. Quindi, il primo gruppo che ha cambiato dieta, seguendo il piano alimentare riportato sulla Guida australiana all’alimentazione sana del 2003 e sul modello di dieta mediterranea, ha aumentato, quotidianamente, l’assunzione di verdure a cinque porzioni al giorno, frutta a due o tre porzioni, cereali integrali a tre porzioni, proteine magre a tre porzioni, latticini non zuccherati a tre porzioni e pesce a tre porzioni a settimana. Non male. Il programma ha anche raccomandato il consumo giornaliero di tre cucchiai di noci e semi, due cucchiai di olio d’oliva e un cucchiaino di curcuma e cannella ciascuno. Ai partecipanti è stato anche detto di ridurre i carboidrati raffinati, gli zuccheri, le carni grasse o trasformate e le bevande. Di certo, non hanno avuto difficoltà a cambiare abitudini anche perché queste persone hanno ricevuto, a supporto del loro “cambio dieta”, programmi e ricette di pasti campione, oltre a una scatola di prodotti alimentari, tra cui olio d’oliva, burro di noci naturale, noci, mandorle, semi di girasole, cannella e curcuma.  Dopo tre settimane di una dieta “più sana”, i sintomi della depressione sono diminuiti, mentre sono rimasti elevati nel gruppo di persone che aveva mantenuto l’alimentazione abituale. Coloro che hanno proseguito con l’alimentazione salutare per alti tre mesi, hanno continuato a sentirsi meglio.  “La depressione è un disturbo di tutto il corpo, non solo un disturbo del cervello”, commenta Francis. “Essa è associata a una risposta infiammatoria cronica. Una dieta povera favorisce l’infiammazione sistemica ed è anche un fattore di rischio per la depressione”. Certo, la depressione è un male dell’anima, un disturbo psichico difficile da gestire e non solo per chi la subisce. Se, cambiando modo di mangiare, si riuscisse ad alleviarne, anche in minima parte, sintomi, sarebbe un grande successo.

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