internet - nino materi -In occasione delle prossime Giornate mondiali contro l’obesità (10 ottobre) e dell’alimentazione (16 ottobre), si torna a parlare di alimentazione o, meglio, di mala alimentazione. Un po’ per colpa della crisi economica, un po’ per povertà educativa, il problema della cattiva nutrizione infantile esiste ed è anche grave. Ergo, lo stato di salute dei bambini, in Italia, ma, ovviamente, non solo da noi, è davvero preoccupante a causa di un aumento dell’incidenza dell’obesità infantile. Vi sorprenderà sapere che, proprio nel nostro Paese, si concentra il numero maggiore di bambini obesi e sovrappeso del Vecchio Continente. Nonostante il nostro Paese sia la culla della dieta mediterranea, questo è il quadro allarmante. Che relazione c’è tra malnutrizione e obesità? Errori nutrizionali sommati al consumo eccessivo di cibo spazzatura, privo di nutrienti, ma altamente calorico, quindi poco salubri, sono tra le cause di sovrappeso e obesità, mai indice di opulenza. Senza trascurare che la malnutrizione infantile registra un impatto maggiore nelle famiglie con un più basso livello di scolarizzazione. Significativo notare come in Italia, l’incidenza dell’obesità si dimezzi quando la madre è in possesso di un titolo di studio elevato. La maglia nera va ai bambini campani (oltre il 40% sono sovrappeso e obesi), seguiti dai coetanei di Molise, Calabria, Sicilia, Basilicata e Puglia. Ma quali sono i dati? Sulla base del Report Helpcode che, anche quest’anno, ha lanciato la campagna #ceraunavoltalacena  per accendere i riflettori sulle pericolose conseguenze della errata nutrizione sulla salute dei più piccoli, sono circa 100mila i bambini obesi o sovrappeso nel nostro Paese, con una prevalenza dei maschi (21%) sulle femmine (14%). A livello globale, d’altra parte, il numero di bambini di età inferiore ai cinque anni, obesi o sovrappeso, risulta in costante aumento e ha ormai superato quota 40 milioni, 10 milioni in più rispetto al 2000. Un vero problema sanitario mondiale, dunque, e non solo in termini di costi sociali ed economici, visto che solo nell’ultimo anno gli effetti hanno causato 4 milioni di decessi nel mondo. La campagna “C’era una volta la cena”, con Claudia Gerini come testimonial, è stata realizzata con la collaborazione scientifica della UOC Clinica Pediatrica ed Endocrinologia dell’Istituto Giannina Gaslini, Università degli studi di Genova, con l’obiettivo di promuovere attività di monitoraggio, educazione alimentare e prevenzione della malnutrizione, offrendo, al contempo, aiuto concreto attraverso un programma di Cash and Voucher concepito per garantire cibo sano alle famiglie in povertà. Perché sono sempre molti a non avere le risorse economiche per acquistare cibo di qualità ai propri figli. In molti, non sanno nemmeno scegliere. Occorre educare alla sana alimentazione per contrastare la malnutrizione. Con quali regole? Esiste un prezioso decalogo messo a punto dalla Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) con le 10+1 regole per una corretta alimentazione nei primi due anni di vita, un prontuario che tutti possono scaricare dal sito https://ceraunavoltalacena.it/ . Perché, come dice  Mohamad Maghnie, responsabile dell’UOC Clinica Pediatrica del Gaslini. “Le ricerche più recenti ci dicono che è necessario intervenire nei primi tre anni di vita. E per farlo dobbiamo conoscere abitudini alimentari e stili di vita dei pazienti, a cominciare dalla gravidanza. Ma non basta. Dobbiamo investire nell’educazione alimentare delle famiglie e nella formazione mirata dei medici”.

 

Tag: , , , ,