verdureAlzi la mano chi adora il cibo “amaro”. Il carciofo e il pompelmo, ad esempio, il primo contenente la cianarina e l’altro la naringina, piacciono solo se accompagnati da zucchero o da condimenti che possano mitigare il loro sapore. Per dare alla frutta e anche alle verdure amare un sapore più gradevole, spesso si interviene promuovendo una coltivazione mirata per far perdere man mano le sostanze amare contenute e con loro, però, i benefici che deriverebbero dalla loro assunzione. Ma quali sono questi vantaggi? L’amaro stimola alcune reazioni del nostro corpo; anzitutto fa aumentare la salivazione e la produzione di succhi gastrici nello stomaco, ma anche del pancreas e nella cistifellea. Sorprende, ma è scientificamente provato, che l’amaro attivi anche il moto gastrointestinale e stimoli le funzioni disintossicanti nel fegato. Ecco perché anche la mia mamma mi ha sempre suggerito di consumare il radicchio o l’indivia, come i cavolini di Bruxelles, rucola, ma anche altre piante selvatiche. I contadini amano andare nei campi a raccogliere la cicoria: la verdura biologica (e, spesso, anche quella venduta al mercato dagli ortolani), contiene una percentuale maggiore di sostanze amare rispetto a quella reperita nei frigo dei supermercati. La domanda sorge spontanea: quindi l’amaro alle erbe col quale si conclude il pasto è consigliato? Purtroppo no, perché l’acool contenuto nel liquore, a quanto pare, rallenta la digestione riducendo i benefici apportati dalle sostanze amare. Grazie agli studi e alle ricerche oggi possiamo promuovere il gusto amaro dei cibi che i nostri antentati demonizzavano perchè associato ad una velenosità dell’alimento. Nonostante ciò, siamo sempre attirati dal dolce e dal salato. Un cibo amaro non è mai proprio ben gradito.

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