La medicina di laboratorio può scoprire chi fa uso di “nuove droghe”. Questa è una grande novità della quale si parlerà nei prossimi giorni a Torino, al 48° congresso della società scientifica Sibioc e che porta conforto ai, purtroppo, numerosi genitori che vivono con l’angoscia di trovarsi in casa un figlio incappato nella droga. Non  è una novità che l’uso di cannabis tra gli adolescenti “faccia tendenza”: il fenomeno, però, è ben più complesso. Da un’analisi dettagliata e da un’indagine dell’ European School Survey Project on Alcohol and Other Drugs (ESPAD) è emerso che lo scorso anno il consumo di cannabis tra gli adolescenti è passato dal 9,8% dei 15enni al 37,5% dei 19enni, mentre tra le studentesse si è passati dal 7,6% al 25,5%. Come dichiara il Prof. Marcello Ciaccio, presidente di Sibioc: “Assistiamo a un generale calo a livello nazionale dell’incidenza di consumo di cannabis e cocaina a favore delle droghe sintetiche,  un calo che non esiste nella fascia d’età 15-19 anni. Sono i teenager a consumare più cannabis”. Fortunatamente, oggi,  il laboratorio ha tutte le competenze per la determinazione delle sostanze d’abuso.  Sappiate che, anche dopo 30 giorni, può essere accertato il consumo di cannabis nelle urine, almeno per i consumatori cronici.  Oggi la medicina di laboratorio dispone di strumenti capaci di svelare anche concentrazioni molto basse di sostanze d’abuso ‘classiche’, ma anche l’uso di molecole sintetiche che si sono affacciate di recente tra i consumatori, chimicamente modificate e vendute illegalmente attraverso Internet. E noi genitori siamo terrorizzati da queste sostanze di sintesi che ammazzano i neuroni dei cervelli dei nostri ragazzi. Per non parlare del resto dei danni.  “Abbiamo metodologie sempre più precise per determinare la presenza di sostanze d’abuso – conclude il prof. Marcello Ciaccio-. La qualità e quantità di sostanze nell’organismo e i tempi di assunzione possono essere determinati anche a distanza di settimane in campioni diversi, come sangue, urine, capelli”.

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