fantaChecché ne dica mio marito, non credo di essere affetta da apnea ostruttiva notturna. Certo, probabilmente ho il respiro un po’ pesante che lui definisce russamento. Ma, al di là delle divergenze di opinioni, spero non sia una spia dell’Osas, la Sindrome delle Apnee Ostruttive. Proprio oggi, 17 marzo, in occasione della Giornata Mondiale del Sonno, infatti, sono stati pubblicati i risultati di un’indagine condotta dell’Osservatorio Internazionale della Salute (O.I.S.) svolta per scoprire conoscenze, pareri e atteggiamenti dei medici italiani in merito a questa patologia che io nemmeno potevo immaginare mettesse a rischio anche la sicurezza per chi guida. Addirittura l’OSAS causa un quinto dei sinistri stradali, provocando in media ogni anno circa il 7% degli incidenti, con oltre 200 decessi e 12mila feriti. Non credo sia il caso che io mi sottoponga ad accertamenti, visto che ho un marito che tende ad esagerare, ma chi veramente ne soffre, dovrebbe farsi prescrivere dal suo medico di base una polisonnografia, l’esame diagnostico che potrebbe essere eseguito anche direttamente a casa.  Bisogna fare attenzione, dunque, anche perché le apnee notturne possono provocare ipertensione arteriosa e patologie ischemiche cardiache, note come angina e infarto. Oltre ai problemi cardiovascolari, vanno menzionati anche l’Insulino-resistenza e il diabete mellito di tipo 2. Ma come si manifesta questa malattia? Nel sonno non ci si accorge di andare in apnea, ma succede che alcune strutture anatomiche della gola subiscano un collasso temporaneo. L’aria, dunque, non riesce ad entrare nei polmoni provocando intermittenti riduzioni della quantità di ossigeno nel sangue. Chi ne soffre, sa benissimo che il suo riposo non è dei migliori: ecco perché la stanchezza e la sonnolenza durante il giorno mette a repentaglio la sicurezza di chi guida. L’Osas, però, è una patologia che può colpire anche i bambini. Non a caso i pediatri mettono in allarme i genitori che dovrebbero vigilare e verificare che i propri figli possano dormire al meglio, per una quantità di tempo adeguato, visto che tra i pericoli che potrebbero correre, dormendo poco, spicca il rischio di obesità. Da un’indagine sulle abitudini nell’età compresa tra 1 e 14 anni, emerge che solo il 68,4 per cento dei bambini dorme in modo adeguato. Va sottolineato anche che una riduzione, e sistematica e prolungata, del sonno porta a sbalzi di umore, irritabilità e difficoltà di concentrazione. Secondo le linee guida, i pediatri consigliano di fare dormire i bambini fino ai 12 mesi, almeno 14-18 ore tra giorno e notte, mentea dall’anno all’età prescolare sono sufficienti 12-14 ore. Ai bambini che frequentano la scuola primaria bastano 10-12 ore al giorno di sonno. Quantità, ma anche qualità. Il sonno davvero riposante dovrebbe avvenire in una camera da letto tranquilla, silenziosa e poco illuminata, con la  temperatura intorno a 20° C; evitiamo di far addormentare il bambino in braccio o in altri luoghi per poi metterlo nel lettino, preferendo una ninna nanna. Gli esperti lo dicono da tempo che una regola importante per garantire un sonno ristoratore a nostro figlio è evitare giochi con videogiochi, computer, tablet o di guardare la televisione poco prima di andare a letto. E’ importante cenare almeno due ore prima di coricarsi e aiutarli a trovare un ritmo costante sonno-vecgia, mantenendo sempre gli stessi orari di risveglio mattutino e di andata a letto la sera. Se il bambino si risveglia è bene andare nella sua cameretta, rassicurarlo in modo veloce e poi uscire o al limite farlo scendere dal letto e impegnarlo in blande attività per una decina di minuti, come leggergli un libro. Seguendo queste indicazioni, ve lo garantisco, assicurerete un ottimo riposo ai vostri bambini, ma anche a voi!

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