Una recente ricerca smentisce dubbi e timori sull’uso dei gastroprotettori, categoria di farmaci tra i più utilizzati, ma che per anni è stata messa sul banco degli imputati come causa diretta dell’insorgere di importanti patologie. Aigo l’Associazione Italiana Gastroenteorologi ed Endoscopisti Ospedalieri scaccia timori e preconcetti mettendo, finalmente, un punto fermo. I gastroprotettori come dice il nome stesso, possono “proteggere” lo stomaco, l’esofago e il duodeno attraverso la riduzione della secrezione acida gastrica e laddove, prescritti, sono necessari, da assumere senza timore alcuno. In questa categoria di farmaci, gli inibitori della pompa protonica che agiscono bloccando la produzione di acido cloridrico nello stomaco per una lunga durata, sono sicuramente quelli più efficaci, ampiamente prescritti e utilizzati, soprattutto nella popolazione anziana per contenere la secrezione acida e le loro conseguenze a danno della mucosa gastrica, primo tra tutti il sanguinamento. Ulcere dello stomaco o del duodeno, l’infezione da Helicobacter pylori, la malattia da reflusso gastro-esofageo e le lesioni gastro-duodenali causate dai farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS) sono problematiche molto comuni. Angelo Zullo, vice presidente AIGO e Docente di Gastroenterologia Clinica presso la Scuola di Formazione per Medici di Medicina Generale di Roma spiega che “La terapia con gastroprotettori è stata associata ad un aumento del rischio di eventi cardiovascolari, fratture ossee, infezioni polmonari, insufficienza renale e colite, con la sindrome di Alzheimer e lo sviluppo di tumori dello stomaco, del colon e del pancreas. Ciò, ha creato comprensibile allarmismo non solo tra i pazienti, ma anche tra i medici di medicina generale”. Non a caso si è assistito ad una decrescita delle prescrizioni, ovviamente, a scapito dei pazienti. Quindi, i gastroprotettori sono angeli o demoni? La risposta è arrivata da un recente studio internazionale che ha rivisto i dati di milioni di pazienti e che smentisce una relazione causale con ciascuna delle patologie considerate. In conclusione, come tutti i farmaci anche i gastroprotettori possono causare effetti collaterali, ma quando sono utilizzati correttamente, cioè con una indicazione appropriata, dosaggio adeguato e durata consigliata, i vantaggi superano di gran lunga i potenziali effetti indesiderati. Certo che è necessario che il paziente aderisca alla terapia, che segua uno stile di vita corretto, evitando il fai da te. Per esempio, in pochi sanno che l’obesità, in netto aumento a livello globale già in età pediatrica, è riconosciuta come fattore di rischio per lo sviluppo della malattia da reflusso gastro-esofageo. Come sempre dunque, un corretto stile di vita, che parte dal quotidiano, si rivela un efficace deterrente per l’insorgenza di molte patologie secondarie o della loro recrudescenza. E’ il medico a stabilire la terapia e quando interromperla: il gastroprotettore non deve rappresentare, come accade spesso per molti, la soluzione pronta all’uso per risolvere i sintomi come il bruciore retrosternale e il dolore allo stomaco.  Molto meglio condurre  uno stile di vita corretto e sano.