[photopress:gorilla.jpg,thumb,alignleft][photopress:pirellone.jpg,thumb,alignleft][photopress:mucche.jpg,thumb,alignleft][photopress:bare.jpg,thumb,alignleft][photopress:babbo.jpg,thumb,alignleft]Cominciamo da Daniela Vassalli che domenica scorsa ha vinto a Berlino la quinta tappa del Vertical Running World circuit. L’azzurra ha scalato i 39 piani, 770 gradini e 128 metri di dislivello dell’Park Inn Hotel  che si trova nella centralissima Alexanderplatz, in 4 minuti e 14 secondi. Non male, non c’è che dire. Quella della gare in verticale, cominciata come un <esperimento>,  ora è diventata una specialità vera e propria con tanto di federazione,  specialisti e  un suo tour mondiale sulle cime dei grattacieli più alti del mondo:  dall’Empire state Building di New York,  alla Tapei Tower al nostro <Pirellone>.  Ma tra le stranezze podistiche non c’è solo la corsa in verticale. Sempre più spesso capita infatti di vedere  qualcuno che corre al contrario. Non è un modo per sgranchirsi le gambe ma anche questa una specialità: in inglese <retrorunning>  che tradotto fa semplicemente <corsa all’indietro>. E se così  provate a fare una maratona capite subito che non è uno scherzo ma una gran bella fatica. Fin qui strano ma comunque gare vere per atleti veri che per primeggiare si allenano e fanno sacrifici che solo chi ha  provato a correre in salità può immaginare.  Niente folklore, insomma. Che invece c’è e a grandi dosi in una serie sempre più nutrita di corsette in giro per il mondo.  Dalla mezza maratona travestiti da mucche che si corre tra i pascoli del Donegal in Irlanda per  stare in sintonia con le <pezzate> che si incontrano sul percorso a quella con i costumi da gorilla di Denver, in Colorado, che serve a raccogliere fondi per una associazione che si batte per proteggere dall’estinzione i gorilla di montagna. Va forte anche il filone natalizio. Tutti in gara vestiti da Babbo Natale dai Paesi nordici ad Honolulu ed anche a Milano dove da qualche anno questa corsa sta diventando tradizione. Qui solitamente il <cimento> è su chilometraggi più brevi (cinque-sette massimo dieci chilometri)  bardati di tutto punto in stile di Santa Klaus con costume quasi sempre fornito dall’organizzazione nel pacco gara. Il costume invece non serve  in una maratona che si svolge a San Francisco. E’ la <Bare to breakers> run, 12 chilometri da affrontare vestiti solo delle scarpe. Bando alle inibizioni si corre completamente nudi senza <sconti> per nessuno,  pena la squalifica. Anzi no. In verità una concessione viene fatta a quelle signore che dimostrino di avere assoluto bisogno di reggiseno. Decide una giuria e il motivo non c’è bisogno di spiegarlo.