C’è la firma del dottor Gabriele Rosa sul tempo di maratona di Alessandro Sallusti: <Corre bene- spiega il  “mister” che con i suoi keniani ha vinto tutto ciò che c’era da vincere- Ha una buona tecnica, si capisce che ha un passato da atleta anche se è un po’ giù di allenamento. Però se parte con un po’ di attenzione la maratona di Atene in 4 ore e mezzo la finisce tranquillo…>.  Non te l’aspetti. Non ti aspetti  di ritrovare il direttore  che vedi ogni mattina in abito scuro in riunione,  su un tapis roulant in tenuta da runner  sudato fradicio. Fa fatica. Ma qui non si deve decidere come aprire il Giornale, cosa farà la Cronaca, se in Cultura va un pezzo di Veneziani o se è meglio “portarlo avanti”. Qui bisogna decidere fino a che punto si potrà osare,  fino a quanto si dovrà essere  prudenti o sfacciati nella maratona di Atene a fine mese. Test di soglia si chiama. Sono una serie di indicazioni che permettono ai medici del Marathon Center di Brescia  di fare ” due conti” sul tuo cuore, il tuo fiato e le tue gambe  e stabilire qual è il tuo stato di forma, quale sarà la velocità che potrai tenere in maratona,  quali  frequenze cardiache  dovrai rispettare per non saltare per aria. E’ la somma delle tue speranze o delle tue paure.  Roba da professionisti. Roba che per il dottor Huber Rossi sono l’Abc di una tabella di allenamento e  per noi l’inzio della sofferenza. Così corri con lo sguardo fisso ai battiti del cardiofrequenzimetro che continuano a salire, corri contanto i secondi che mancano alla fine  della quinta ripetuta e corri pensando che forse piuttosto che venire qui  stamattina era meglio andare in redazione. Un’oretta. Sessanta minuti di fatica che si traducono in una serie di dati e di informazioni che non pensavi neppure lontanamente che il tuo corpo potesse nacondere. Non ci sono segreti: la massa magra, la percentuale di grasso che devi smaltire, la soglia aerobica,  la frequenza cardiaca ideale per il riscaldamento, quella lipidica per il solo consumo dei grassi durante la corsa.  Per chi non lo ha mai fatto,  il test di soglia è un bel banco di prova. E sotto lo sguardo attento del dottor Rosa ti fa sentire  più atleta di quello che sei. Vale per tutti. Anche per un direttore che sei abituato a vedere in bretelle, con gli occhiali appoggiati sulla fronte e che tormenta incessantemente il guscio del suo I-Phone.