Possono un paio di calze mandarti di traverso la giornata? Possono cambiarti l’umore? Possono diventare un problema? Ma non un problema qualsiasi bensì la madre di tutte le tue grane? Possono, possono. Eccome se possono. Molti maratoneti, me compreso, per allenarsi approfittano della pausa pranzo. Non c’è molto da scialare. Un’ora e mezzo scarsa in cui  devi farci star dentro tutto. Ti devi cambiare, correre, farti la doccia e ricomporti un minimo prima di rientrare in redazione o in ufficio tra i colleghi che hanno già mangiato e tranquillamente bevuto un caffè. Chiunque corra sa benissimo che ogni minuto rosicchiato a svestizione e rivestizione è un minuto in più di allenamento. Quindi va quasi sempre di fretta. Ma non sempre fila tutto liscio. Apri la borsa, ti metti canotta, cardio, maglia e pantaloncini e per ultimo lasci le calze. Che però non si trovano. Guardi meglio, capovolgi il borsone da cui esce di tutto dal bagnoschiuma, alla crema scaldamuscoli, una borraccia, le pile per il walkman, ciabatte, una barretta della Enervit ormai di ottima stagionatura, un rotolo di nastro adesivo,  un guanto che non trovavi più da mesi ed altro ancora. Mancano solo le calze. Panico. Ricontrolli, guardi meglio, ti sdrai sul pavimento dello spogliatoio per guardare che non siano finite sottto la panca. Nulla. Nulla di nulla. Mentre l’orologio scorre che sembra di essere al Rischiatutto.  Che fare?  Due ipotesi: correre senza calze ma fuori ci sono un paio di gradi e piove che Dio la manda, oppure usare quelle con cui sei arrivato e poi tornare al lavoro senza. In tutti e due i casi non sarà un successo. Ma non è questo il punto. Per uno che già aveva in mente di correre un’ora e 15 minuti, che aveva accelerato la sua riunione per non perdere neppure un secondo, che si era negato anche il caffè al bar per non tirarla in lungo l’inconveniente non è cosa da poco. E poi vuoi mettere farti un allenamento con un bel paio di calze da running o con un paio di calze blu in filo di Scozia alte fino al polpaccio? E’ questo il momento esatto in cui nella tua testa c’è un piccolo corto circuito. Ti girano. L’umore cambia, qualsiasi soluzione la tua mente ti prospetti diventa una stronzata e a nulla vale la solidarietà del ragazzo che si sta cambiando di fianco a te:  <Pensa che io una volta ho dimenticato i calzoncini…>. Ma chissenefrega dei tuoi calzoncini! Il problema ora sono le calze. Ed è un mio problema. fastidioso anzi enorme, insuperabile come un tonno di cui tanti anni fa facevano la pubblicità in tv. In qualche modo rabberci un allenamento ma la giornata è andata. Storta, rovinata come solo chi corre può capire. E infatti torni in ufficio e ti guardano tutti come se avessero visto un pazzo: <Ma che ti è successo? Hai litigato col demonio?>. Peggio, molto peggio. Ho dimenticato le calze.