A Londra sarà poker ma a Londra, facendo tutti gli scongiuri del caso, potrebbe anche arrivare una medaglia di quelle pesanti. Fabrizio Macchi, dopo il podio centrato a marzo nei campionati mondiali di ciclismo su pista, ha praticamente strappato il biglietto per i prossimi Giochi paralimpici del 2012 e questo è già un record. L’atleta varesino sarà infatti il primo ciclista al mondo ad aver disputato quettro edizioni dei Giochi. «Ed è una cosa che mi riempie d’orgoglio- spiega- ma ovviamente non mi basta. Tolto il bronzo che ho conquistato ad Atene nell’iseguimento, ai Giochi non mi ha mai detto benissimo. Ma ora sento che sarà diverso. Sono cresciuto come atleta, soprattutto mentalmente, e ho buone sensazioni…». E quest’anno ha già detto molto bene visto che, poche settimane fa a Sydney in Australia, l’azzurro si è messo al collo un oro e un argento nell’edizione della Coppa del Mondo. Ma nulla viene per caso, ovviamente. Macchi che è testimonial dell’Airc, l’associazione per la ricerca sul cancro, da giornalista segue e commenta tutti gli sport paralimpici per Sky Sport ma da anni ormai è un atleta a tempo pieno: gare, trasferte, allenamenti e 30mila chilometri percorsi in una stagione per potersi giocare podi e medaglie. Ma non basta. Per vincere, per arrivare nella vita, servono volontà e determinazione che Fabrizio ha dovuto trovare da subito, da quando a 13 anni gli hanno diagnosticato un osteosarcoma che in poco tempo gli ha portato via una gamba ma non la voglia di fare sport: dallo sci, alla maratona, alla bicicletta. «Ho dovuto sottopormi a diciassette interventi chirurgici- ricorda- e a venti cicli di chemioterapia. Una lotta durissima cotro un tumore molto aggressivo che all’epoca aveva una mortalità che sfiorava l’80 per cento. Ma ne sono venuto a capo: diciamo che mi è andata bene». Da allora per lui è cominciata una nuova avventura, non solo sportiva. Una moglie, due figli, Thomas di 5 anni e Mattia di 9 mesi, che gli riempiono la vita e lo seguono a volte quando esce in bici. «La mia famiglia mi dà tutta la forza di cui ho bisogno. Diciamo- scherza- che sono un po’ la gamba che non ho. E poi Thomas è diventato un po’ anche il mio preparatore. Lo carico sul seggiolino della mountain bike e mi fa da zavorra durante la preparazione». Preparazione che dal punto di vista agonistico quest’anno sarà ancora più impegnativa. Il primo appuntamento sarà a in Danimarca a Coopenhagen dove si svolgeranno i campionati del mondo a cronometro e dove Macchi va alla caccia del terzo titolo mondiale consecutivo. Poi Londra. Un sogno olimpico che Fabrizio condividerà con altri due atleti paralimpici del Barilla blue team come Alex Zanardi e Vittorio Podestà: «È da quando sono bambino che rincorro i sogni – racconta Fabrizio – e mi sento un privilegiato perchè ne ho realizzati moltissmi. Ora c’è quello olimpico e sento che questa potrebbe essere la volta buona».