Due parole sul caso Contador e sullo schiaffone di Ibrahimovic a un giocatore del Napoli. Anzi una sola. Stiamo parlando di due atleti, di due squalifiche e di due mondi diversi per filosofia e cultura. Cominciamo dallo spagnolo. Ha barato e con un po’ di colpevole ritardo lo hanno tirato giù dalla bici togliendoli maglia gialla e maglia rosa.  Fine della storia. Ho letto su qualche giornale che così si uccide il ciclismo e invece, secondo me,  è esattamente il contrario.Così si sta costruendo il ciclimo del futuro uno sport dove deve essere chiaro a tutti, soprattutto ai giovani,  che non si gioca sporco, dove non vengono fatti sconti nemmeno e soprattutto ai campioni, dove ci sono regole che vengono fatte rispettare. Punto. Sullo schiaffone di Ibra ad Aronica invece mi sembra che si vada al contrario. Tre giornate di squalifica e il Milan che fa reclamo per avere uno sconto. Perchè? Che senso ha? Ibra non è un giocatore qualunque. Non è Nocerino, Camagnaro o Palombo, con tutto il rispetto. Ibra è il campione preso a modello dai ragazzini che vanno sui campi di calcio della periferia, che fanno collezione delle sue figurine e che si mettono la sua maglietta.  Certo è stato un buffetto, ma è il gesto che conta. E servivano delle scuse più che un ricorso. Due sport, due mondi. Due modi diversi di spiegare ai giovani che nello sport, ma non solo nello sport, si deve essere leali. Il resto sono chiacchiere…

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