“Non servono le controanalisi. Ho fatto tutto da solo, ho sbagliato e la mia carriera finisce qui…”. Non avevo molta voglia di parlare di Alex Schwazer. Ma è inevitabile. Ho letto la sua intervista sulla Gazzetta dello sport questa mattina e devo ammettere che sono rimasto colpito. E’ un’intervista drammatica, lo sfogo di una persona che credo stia vivendo i peggiori giorni della sua vita, di una persona all’angolo, sull’orlo del ko. E mi diaspiace per lui. Detto ciò resta il fatto che Schwazer ha fatto una porcheria che gli costerà carissima e non solo dal punto di vista sportivo. Quindi è inevitabile che ne paghi le conseguenze. Ma devo dire che i toni e i titoli con cui è iniziata la sua lapidazione mi lasciano un po’, anzi parecchio, perplesso: traditore, baro, vigliacco… Un po’ troppo. Schwazer è un atleta che ha fatto un errore gravissimo, imperdonabile. Un ragazzo fragile che voleva vincere e invece ha perso. Come tanti in altri sport. Che sono stati beccati, hanno pagato e sono tornati a gareggiare. Ultimo in ordine di tempo Alberto Contador che proprio ieri è tornato a correre dopo la squalilifica. Quasi un beffardo passaggio di testimone. Ma Schwazer è anche un ragazzo sulle cui spalle è stato caricato tutto il fardello dell’atletica italiana e che se avesse vinto avrebbe nascosto la povertà di un movimento che fatica a trovare campioni o promesse ( qualcuno si faccia un esame di coscienza). E con tutta probabilità quel peso non lo ha retto perchè alla sua età si ha voglia di pensieri più lievi. Schwazer è uno dei tanti finiti nella rete maledetta dell’Epo e del doping ma, senza far nomi, c’è chi  dopato e drogato è diventato un eroe. Alex è  nel fango. Pereò credo sia l’unico che “pizzicato” non abbia negato, inventato storie di bistecche velenose, caffè corretti con chissà cosa o farmaci usati per sbaglio per curare chissà quale infiammazione. Ha ammesso tutto e chiusa lì.  Non mettiamolo in croce.

Tag: , , , ,