Schwazer, le lacrime e i controlli antidoping del Coni
Ancora due parole su Alex Schwazer dopo la straziante conferenza stampa di questa mattina che oltre a preoccuparmi perchè ho visto un uomo finito in un gorgo infernale e non so come ne uscirà, un dubbio me l’ ha lasciato. E cioè non credo probabile che l’azzurro si sia dopato da solo e che nessuno sapesse. Ma succede sempre così: quando gli atleti vincono i nostri burocrati federali sono tutti lì in prima fila, quando si ficcano in qualche casino sono velocissimi a dileguarsi. Però è un’altra la cosa che mi fa davvero infuriare in questa triste storia e cioè l’ipocrisia che sta montando attorno. Le “dure condanne”, l'”indignazione”, la “pronta risposta” del Coni che ha sospeso l’atleta. Intanto “pronta risposta” del Coni non esiste visto che non ha fatto le altro che applicare le regole. Quindi c’è poco da vantarsene. Ma il Coni farebbe meglio a interrogarsi sul perchè delle migliaia di controlli antidoping che vengono fatti ogni anno quelli a sopresa rasentano lo zero. E non è un sospetto. A dirlo è Sandro Donati, consulente della Wada ( world antidoping agency). Gli atleti vanno protetti e aiutati con una politica antidoping seria, non a chiacchiere…