“La bici la porto in camera…”. Chi fa corse amatoriali in bicicletta questa frase l’ha detta e ripetuta chissà quante volte alla reception degli hotel. E chissenefrega se fanno storie. In garage o in auto alla vigilia della gara del giorno dopo le bici non le lascia più nessuno. La bici dorme con te perchè è quasi un segno di rispetto, perchè  la notte prima è come la notte degli esami, non si chiude quasi occhio e nel dormiveglia è bello vederla lì tranquilla in attesa della fatica del giorno dopo. La bici dorme con te perchè prima di appisolarti fai gli ultimi controlli, metti a posto le borracce , il kit della riparazione per le gomme, fissi il pettoralino con il numero di gara. Robe da paranoici, ma i ciclisti sono tutti così e anche un po’ fissati.  Ma la bici  dorme con te soprattutto perchè quelle da corsa oggi valgono un patrimonio e ci sono bande specializzate che frequentano le corse per fare bottino. Insomma le fregano. Così fa piacere la notizia che passa oggi sulle agenzie che un po’ sembra di tornare ai primi del Dopoguerra in una pellicola di De Sica: “Ladri di biciclette che partivano da Bratislava arrestati a Sanremo”.  Erano in tre e sono stati fermati in riviera dalla polizia mentre tentavano di portare via quattro le bici in carbonio di tre monegaschi che avevano appena partecipato a una granfondo. “Hanno anche provato ad andare in fuga” raccontano dalla questura ma mai come questa volta fa piacere sapere che non sono riusciti ad arrivare al traguardo. Tappa e maglia ai poliziotti.