Chris Horner è in fuga. E chissà se lo prendono più…Non Nibali e neppure il gruppo ma quelli   dell’antidoping. Stamattina  sono andati a cercarlo nella sua stanza d’albergo a Madrid ma al suo posto hanno trovato un compagno di squadra che non gli assomigliava neanche tanto. Così hanno provato in un altro hotel della città dove si diceva si fosse trasferito. Ma niente nepppure lì. Secondo la ricostruzione del team Radioshack, gli agenti «sono andati nell’albergo sbagliato. Hanno commesso un errore. Chris aveva  aggiornato la sua residenza prima di prendere il via nella tappa per passare  la notte nell’albergo di sua moglie» ha fatto sapere il team che a riprova della sua tesi ha mostrato l’ultima mail che riferiva all’Usada il corretto indirizzo. «Lui  aveva dato tutte le informazioni necessarie (numero della stanza, numero di telefono e gli orari in cui era reperibile). Questo è perfettamente normale e ha ricevuto una e-mail di conferma», ha aggiunto la squadra.  Da parte sua, una fonte dell’agenzia antidoping spagnola ha spiegato che  i propri funzionari si sono recati «presso l’albergo dove risiedono la  Radioshack ed Horner, che non è stato trovato». L’Usada, l’Agenzia antidoping statunitense, «non ci ha rivelato perchè ha chiesto il controllo. Noi li abbiamo informati dell’accaduto. Aspettiamo un rapporto da parte degli  agenti che non sono stati in grado di individuare Horner per girarlo all’Usada, che ora può ordinare qualsiasi procedimento».  Compresa una squalifica  che va da tre mesi a qualche anno. Per procedere ad un controllo l’Usada dovrebbe comunque rinnovare la richiesta. E allora chissà dov’è finito il “nonnino” terribile vincitore della Vuelta. Già chissà dov’è,  probabilmente già dall’altra parte dell’Oceano sulla rotta di casa sua.  Poi magari quando lo trovano  si scopre che era così felice per aver vinto il Giro di Spagna, dopo una carriera da bravo gregario,  che gli ha dato di volta il cervello e si è dato alla pazza gioia, tanto da dimenticarsi del controllo. E se così fosse sarebbe più o meno  tutto regolare, tutto vero e tante scuse. Già ma per una mattina è stato uccel di bosco e la  mancata reperibilità è un reato grave: la RadioShack aveva assicurato che i suoi corridori si sarebbero  fatti trovare al Princess Hotel di Alcorcon. E  l’americano che non si trova autorizza a pensar male più di quanto si sia già fatto dopo le sue inspettate performance in corsa.  Sembra un po’ la storia di chi scappa ai  Caraibi dopo averla combinata grossa. Ma anche se fosse fuggito come si fa a condannarlo? Anche se avesse tagliato la corda perchè ha qualcosa da nascondere come si fa a non capirlo?  Inutile star qui a discutere di doping, di ciclismo malato, di epo, controlli ed altre cose che non possono essere giustificate. Saranno i giudici dell’antidoping a dire se è stato tutto regolare.  Ma anche se non fosse questa è tutta un’altra storia . Quella di un uomo che ha faticato una vita in retroguardia che al momento di ritirarsi ha visto passare al suo fianco il treno della gloria. Prendere o lasciare, era l’ultima occasione. Così ci è salito sopra e si è fatto portare via vierso le stazioni del paradiso. Due settimane da campione, con la maglia da campione, le interviste da campione e i compagni che ti trattano da campione. Due settimane sulla plancia di comando e non più in sala macchine che riscattano una carriera fatta di borracce da consegnare ai capitani, di bici da passare, di tirate a 60 all’ora per chiudere i buchi delle fughe.  Due settimane che valgono una vita col rischio di non perdere nulla se non una pacca sulla spalla per aver chiuso un’onesta carriera da mediocre pedalatore. Così “nonnino” Horner stamattina quando sono arrivati quelli dell’ antidoping in albergo non c’era. E’ andato in fuga, chissà se è quella buona.