Le immagini di Venezia che arrivano dalla diretta Rai  raccontano di una giornata senza sole e con un bel po’ di foschia. Una domenica uggiosa che  rende un po’ più triste e per questo più affascinante Venezia. Questione di punti di vista. Ma per la martona è il clima ideale. Forse c’è un po’ troppa umidità ma fortunatamente quest’anno non piove e non fa freddo. Così si parte. Sempre da Strà perchè l’edizione è quella numero 28 e quindi il percorso è più che collaudato. Costeggiando quella meraviglia che è la riviera del Brenta si punta verso la laguna dove ci sono ponti e traguardo ad aspettare gli oltre settemila al via. La cronaca è quella che ti aspetti come annuncia l’inconfondibile voce di Franco Bragagna, uno dei pochi telecronisti che raccontando una maratona riescono a fre la differenza. Ancora una volta  infatti è dominio africano. La 29ma Venicemarathon finisce  con le vittorie di Nixon Machichim tra gli uomini (2h13’10«) e di Mercy Jerotich Kibarus (2h31’12») tra le donne. Lampi d’azzurro, però, con Andrea Lalli, che al suo esordio sulla distanza è stato capace di un ottimo terzo posto con il buon tempo di 2h14’26«. L’atleta delle Fiamme Gialle è riuscito a stare nel gruppo dei primi fin dopo il 30/mo km, quando sul Ponte della Libertà c’è stato l’attacco del terzetto keniota composto da Titus Kwemoi Masai, Raymond Kiplagat e Machichim. Quest’ultimo è poi riuscito a sopravanzare Kiplagat solo dopo una bella volata, mentre Lalli è stato bravo nel dosare al meglio le forze e rimontare Masai, crollato negli ultimi chilometri, guadagnandosi il podio. Una bella gara quella del molisano che oggi aveva raccolto simboicamente il testimone della maratona azzurra da Ruggero Pertile che non è potuto partire. “Che gara dura! – ha detto Lalli subito dopo l’arrivo – è andata molto bene fino al 30/mo chilometro, poi dal 33/mo in poi sono rimasto da solo ed è stata dura affrontare così il Ponte della Libertà. Pensavo di arrivare quarto  ma poi davanti a me ho visto Masai, ho stretto i denti e sono riuscito a superarlo per un terzo posto che mi riempie di gioia«. Bellissimo, subito dopo il traguardo, l’abbraccio con l’amico Ruggero Pertile, che non ha potuto partecipare alla gara per infortunio, ma che ha voluto comunque essere presente, commentando l’evento per Raisport. Un azzurro non saliva sul podio della Venicemarathon da 2006, con Alberico Di Cecco, anch’egli terzo.  Non ha tradito le attese neppure Alex Zanardi, che in sella alla sua handbike ha trionfato con il tempo di 1h11’45«, piegando la resistenza di un bravissimo Claudio Mirabile, al traguardo in 1h15’24». «Siamo stati assieme fino al 30/mo chilometro – ha dichiarato a caldo Zanardi – poi Claudio mi ha detto di andare perchè non ce la faceva più a tenere il ritmo. Mio padre mi diceva che quando si fa una gara bisogna sempre dare il massimo. A 47 anni penso di aver raggiunto obiettivi importanti in questa disciplina, però non mi risparmio mai. Proprio per questo ho già pronta una nuova sfida: domenica prossima correrò la Maratona di New York non più con l’handbike, ma con la wheelchair dell’atletica paralimpica».

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