«Milano ha bisogno di un velodromo» ha detto ieri il governatore lombardo Roberto Maroni. «Un velodromo con le misure richieste per le competizioni internazionali e in una posizione ottimamente servita dai mezzi come è l’area che ospiterà Expo». Sull’area di Rho Pero quindi. Là dove in questi mesi si sta discutendo sulla realizzazione di una cittadella dello sport con impianti per più discipline dopo l’Expo 2015. Velodromo compreso. Peccato però che un velodromo Milano ce l’abbia già. E non un velodromo qualunque ma il Vigorelli, dove è stata scritta la storia del ciclismo su pista. Dai trionfi di Maspes (a cui è dedicato) ai record dell’ora di Coppi e Anquetil. E poi mondiali, arrivi del Giro, del Lombardia. Insomma un monumento del ciclismo che però il tempo ha danneggiato, gli amministratori hanno trascurato e alla fine è stato dimenticato. Ora si discute se farlo diventare un nuovo spazio multifunzionale, moderno, «fruibile» come si dice adesso. Però sarebbe tutta un’altra storia. Il solito brutto vizio italico di fare a pezzi simboli a tradizioni. Chissà se i francesi penserebbero mai di costruire un nuovo velodromo a Roubaix!

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