Un po’ perché questa e’ la domanda e un po’ perché a questo dovrò rispondere domani sera a Forte dei Marmi nella serata di presentazione del Garmin Trio: “perché il triathlon sta diventando sempre più popolare anche sui media?”. Per farla breve la questione si potrebbe liquidare in due parole e cioè che il triathlon piace perché è un bello sport. O più semplicemente con la risposta che mi diede un anno fa Simone Diamantini, uno dei migliori tecnici in circolazione, durante un’ intervista: “il triathlon sta diventando popolare perché a passi lenti sta succedendo anche in Italia ciò che è successo negli Stati Uniti e cioè sta diventando la nuova frontiera del fitness…”. In realtà ci sono anche altri motivi. E si può cominciare proprio da manifestazioni come quella di Sirmione o di Forte dei Marmi organizzate da Garmin. La capacità di creare intorno ad una manifestazione un vero e proprio evento fa la differenza. Crea attesa, crea curiosità, attira l’attenzione di chi quello sport non lo conosce o ne ha solo sentito parlare e , soprattutto attira, l’attenzione dei media non di settore. Un triathlon finisce sulle pagine dei quotidiani non specializzati se diventa qualcosa in più di una gara per 150 atleti o per addetti ai lavori. Finisce nelle pagine di cronaca se diventa un fatto di costume che coinvolge un paese o meglio ancora una città. Se porta migliaia di tifosi dietro le transenne, se obbliga una metropoli a deviare il traffico o, meglio ancora, a chiuderlo per una domenica.E ciò comincia ad accadere anche in Italia. Per crescere servono eventi. Servono idee come quella che qualche anno fa sponsorizzo’ tra gli altri Radio Deejay, quel “0neToTri” che fu un’ottima operazione di marketing a cominciare dal nome. Servirebbe un Linus che facesse col triathlon ciò che il direttore di Radio Deejay ha fatto con la maratona. Ma in questa direzione mi sembra che un po’ ci si stia muovendo e, a giudicare dalla folla di bambini che si vedono nelle gare giovanili, i risultati stanno già arrivando. E di ciò ovviamente va dato merito anche alla Fitri. Ma il triathlon sta crescendo anche per altri motivi. Innanzitutto grazie alle facce dei suoi campioni. Fabian, Fontana, Uccellari, Degasperi, Passuello, Betto, Mazzetti, Gemignani stanno diventanto a piccoli passi nomi noti, visi che anche quelli non del “giro” iniziano a riconoscere. E su di loro bisognerebbe investire per fare gli spot di questa disciplina. E infine l’immagine che il traithlon ha tra la gente “normale” e non ha caso ci vanno ancora messe le virgolette. Fino a qualche anno fa i triathleti venivano visti come marziani o come matti. Nuotare, pedalare e correre senza mai fermarsi sembrava più impresa da Superman che da persone che poi il lunedì tornano in ufficio a lavorare. Le grandi gare, i grandi eventi sono serviti anche a questo. La gente che si fermava ad applaudire gli atleti al traguardo si è resa conto che dopo i primi arrivavano anche tante persone come loro , gente che faticava, che correva male, che si trascinava, gente con un po’ di pancetta, signori e signori di una certa età. E così, come diceva De Crescenzo nell’arboriana “Quelli della notte” la domanda e’ sorta spontanea:”Ma se lo fanno loro perché io no?”. E da li si comincia…