“La mia vita è un bordello…E dopo la morte del mio grande amico Robin William ho capito di aver buttato via troppo tempo. La bici non è più la priorità della mia vita. Cosi sto recuperando, passo il tempo con i miei figli, viaggio e dedico molto più energie alla lotta contro il cancro”. Ha messo qualche chilo Lance Armstrong e ha la barba sfatta sulla copertina dell’Edition du Soir, il foglio digitale del giornale francese Oest France che raccoglie una sua intervista. La prima dopo un lungo silenzio. Il texano racconta cos’è diventata la sua vita dopo la confessione sull’uso di doping. Il ciclismo non c’è’ quasi più :”Non mi informo, non seguo i risultati- racconta- Esco in bicicletta una volta la settimana, quasi sempre in mountain bike e partecipo a manifestazioni come la Mike Nosco Bicycle Ride charity ride in California, una 125 chilometri per raccogliere fondi a favore della lotta al cancro. Prima ero concentrato solo sulla corsa, ora tutte le mie priorità sono cambiate cerco di godermi ogni istante». Ma anche se la bici e’ finita in un angolo, il suo mondo resta quello li’. E i fantasmi tornano. Poche settimane fa la Federazione americana gli ha impedito di partecipare ad una gara amatoriale per salutare l’addio alle gare del suo ex compagno di squadra Hincapie, ma soprattutto i fantasmi tornano perché la sua storia non è ancora chiusa del tutto visto che sulla sua testa (e sul suo conto corrente)pende la causa di risarcimento dell’assicurazione SCA Promotions: «Ho confessato, che altro posso dire? -spiega il texano sull’Edition du Soir- Sono ancora in un tunnel, ma spero di arrivare alla fine. Forse ho pagato per tutti, certo ho fatto parte di una generazione di ciclisti che ha ereditato le abitudini della generazione precedente. E non c’è mai stata un’indagine su quello che hanno fatto prima di me…”