bourifa_venezia_arrivo3Migidio Bourifa fa il segno del tre con la mano. Nessun podio questa volta, ricomincia da tre. E tre sta per triathlon che significa nuotare, pedalare e correre e non è il suo mondo. O almeno non lo era fino a pochi mesi fa. Ma nella vita non si è  mai sicuri di nulla. Così anche uno che ha scritto un bel po’ di storia della maratona azzurra, che vanta sui 42 chilometri un personale di 2 ore e 9minuti, che ha vestito per 11 volte la maglia azzurra tra europei e mondiali, che ha vinto quattro titoli italiani, che a New York e a Boston è stato per due volte il miglior atleta europeo dopo le gazzelle degli altopiani, può  accettare una sfida che al’inizio sembra alla follia. Può un maratoneta in pochi mesi diventare un triatleta? Può un campione della corsa che non ha quasi mai nuotato e  pedalato solo preparare in pochi mesi un 70.3? E ancora.  Può Migidio Bourifa battere Claudio Chiappucci che sulla stessa distanza gli ha lanciato il guanto della sfida? Tante domande che troveranno risposta in “The finisher”, il reality che partirà tra pochi giorni sul Bike Channel e che li vedrà capitani di due squadre allenate da Edith Niederfriniger e Fabio Vedana.  Ma soprattutto troveranno risposta il prossimo 16 aprile in Sardegna in quel paradiso naturale che è Chia laguna dove è in programma la seconda edizione dell’Half triathlon  che aprirà di fatto la stagione delle gare nell’anno olimpico. Gara nella gara che vedrà al via tra i molti biog anche gli azzurri Alberto Casadei e Martina Dogana, i cechi Jaromir Lapes, Petr Mejzlik, Thomas Bedman e Milad Brabcova e lo spagnolo Marcel Zamora Perez . Bourifa sarà della partita.  Che all’inizio sembrava una follia, poi  è diventata un po’ scherzo e alla fine sarà la sfida che deve essere.  Perchè anche a  46 anni, perchè anche se le scarpette ormai sono appese a un chiodo da un pezzo, perchè anche se le gare ormai sono un ricordo, un campione  che è abituato a gareggiare il vizio non lo perde. Così un po’ ( forse un bel po’) Bourifà torna a far sul serio con la moglie che lo guarda come se fosse matto e le sue due bimbe Gaia e Martina  pronte a fargli il tifo. Applasusi. si ricomincia.

Sua moglie dice che è un po’ matto…
“E mi sa che ha ragione…”
Come le è venuto in mente di darsi al triathlon?
“Come capita sempre in queste cose. Mi hanno tirato dentro alcuni miei amici che stavano organizzando la produzione di The Finisher…”
Poteva dire di  no…
“Si è vero, però è venuta fuori la sfida con Claudio e mi sembrava divertente. Così ho cominciato a pensarci”
Poi?
“Poi sono andato a vedere un paio di gare di triathlon e devo ammettere che mi sono entusiasmato: c’era un sacco di energia, un bell’ambiente. Ed è scattata la scintilla”
E si è rimesso le scarpette da corsa
“Beh a dire il vero quelle non le ho mai tolte. Ho smesso di correre nel 2012 ma ho continuato ad allenarmi perchè per me la corsa è benessere. Mi dà piacere e mi fa stare bene. Se resto due o tre giorni senza correre divento nervoso”
Quindi non ha mai messo di far chilometri e ripetetute?
“No, ora è un’altra vita. Quando gareggiavo correvo ogni settimana 200-220 chilometri ora ne faccio 6o, a volte ottanta. Ripetute nulla, dimenticate. Se ogni tanto ho voglia di andar forte allora accelero. Ma niente di tecnico…”
Ma nel triathlon deve anche nuotare e pedalare, gliel’hanno detto?
“Me ne sono accorto…”
E che effetto fa?
“La prima volta che mi hanno messo in piscina una mattina alle sette,  Edith che mi sta allenando mi ha chiesto di fare quattro vasche il più forte che potevo…
E come è andata?
“Alla terza non muovevo più e già stavo nuotando a rana…”
Poi si è ripreso però?
“Non subito. Mi sono seduto su bordo della vasca e mi sono fermato a riflettere per una decina di minuti”
E cosa ha capito?
“Che stavo facendo una cazzata…”
Ora però ci siamo, va meglio?
“Si ora comincia ad andare meglio. Ora comincio anche divertirmi nuotando. Mi dicono che sono come un bambino che apprende tutto in fretta e che sta facendo progressi di giorno in giorno. E infatti nel nuoto i miglioramenti sono enormi”
In bici invece?
“E’ tutto più semplice perchè anche quando ero in attività spesso pedalavo. Usavo la bici per scaricare le fatiche dopo una maratona o dopo allenamenti parecchio duri. Anche se è chiaro che in un triathlon lungo è tutta un’altra cosa. Novanta chilometri non sono pochi. Serve  averre la gamba anche perchè non c’è la scia”
La mezza maratona invece è “roba” sua…
“Sì però non è la stessa cosa. Arriva dopo diverse ore di gara e tanti chilometri. Sarà tutto differente, non so ancora cosa potrò fare
Ma se de dovesse oggi correrla senza aver prima nuotato e pedalato?
“Non so…Penso potrei finire in un’ora e 12, un’ora e 15…”
Quindi il suo rivale Chiappucci  nella mezza se lo mangia?
“Mi mangia lui in bici…Che è il tratto più lungo dove si fa più differenza. Poi lei ha presente chi è Claudio? Uno che non molla mai a cui non piace star dietro…
“Cagnacci”, si dice tra i ciclisti…
“Ecco, appunto…”
Però tanto voi scherzate, è solo una fiction, mica vi metterete e far sul serio…
“In tutti questi anni ho imparato che dicono tutti che non si allenano, che vanno piano, che tanto è solo per divertirsi… Però poi appena si mettono un pettorale…”
Che succede?
“Succede che si trasformano…Che partono e non li vedi più”
Lei no però…
“Io  all’inizio pensavo così. Poi ho cominciato a prenderci gusto ed ora devo dire che mi si sta risvegliano il gusto della sfida”
Quindi?
“Quindi succede che cominci a chiedere come va Claudio e  Claudio comincia a chiedere come va Migidio…”
E come va?
“Credo forte, ma i conti li faremo a Chia Laguna…”

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