alcolI “giovani fumatori” e i “giovani bevitori”  sono quelli che fanno meno sport o non lo fanno proprio. E qualcosa vorrà pur dire. Sarà un caso, sarà un coincidenza ma in un Paese dove i dati svelano ciò che forse non si immaginava le “bionde”seducono ancora moltissimo soprattutto i ragazzi. E’ in continuo aumento infatti il numero di minori che fuma. Tra i “millennial” uno su dieci è consumatore abituale, quasi la metà ha fumato, ha provato a fumare o fuma ogni tanto e tra quelli abituali più della metà fuma anche cannabis.  Questo dicono i dati presentati dall’Ossfad del Centro nazionale dipendenza e doping dell’Istituto superiore di Sanità, in occasione della Giornata mondiale senza tabacco. I ragazzi tra i 14 e i 17 anni, infatti, accendono la prima sigaretta alle scuole secondarie di secondo grado e una piccola percentuale addirittura inizia a fumare alle scuole elementari (9-10 anni). “E’ necessario potenziare sistemi di prevenzione primaria per scongiurare questa nuova linea di tendenza che vede il consumo di tabacco anche tra i giovanissimi – afferma il presidente dell’Iss, Walter Ricciardi – prima che a questa dipendenza se ne associno altre altrettanto o più pericolose”. L’identikit del giovane fumatore abituale è tratteggiato nell’indagine Explora realizzata su un campione rappresentativo di 15.000 ragazzi tra i 14 e i 17 anni. Sono soprattutto maschi, frequentano istituti professionali e licei artistici, i genitori hanno un livello di istruzione medio-basso e non controllano le spese dei figli, risultano propensi al rischio e hanno una percezione del proprio rendimento scolastico mediocre o appena sufficiente. Lo sport? Non pervenuto. Ma il dato preoccupante è quello di un maggiore consumo di alcolici tra i fumatori abituali. Il 12% dichiara di aver avuto episodi di binge drinking, cioè bere il più possibile nel minor tempo possibile, 3 o più volte nell’ultimo mese. La percentuale cresce a dismisura sul consumo di droghe: più della metà dei fumatori abituali (il 65,6%) ha consumato almeno una volta anche cannabis nell’ultimo anno rispetto al 2% dei non fumatori.  Tutto ciò nonostante aumenti il rispetto del divieto di fumo nei locali pubblici e nei luoghi di lavoro,  nonostante le campagne ati-fumo e anti-alcol e nonostante  da anni ormai sulle confezioni di sigarette e di tabacco le controindicazioni siano allarmistiche ed evidenti. Viene e da pensare quindi che non fumare e non bere o, almeno, fumare poco e bere con giudizio, sia una forma di autocontrollo che soprattutto tra gli adolescenti vada costruita nei fatti. I divieti non servono, anzi: hanno l’effetto contrario. Gli esempi forse. La fatica e la stanchezza di un buon allenamento o di una gara restano però un ottimo deterrente. Ubriachiamoli di sport…