biciIl doping è una piaga anche nel mondo amatoriale ma non credo che riguardi la maggiorparte di chi pedala. La stragrande maggioranza dei cicloamatori ( anche i cinquantenni..) si dopano con la passione, la fatica e i sacrifici. Punto. Ciò detto il doping c’è. Eccome se c’è. Probabilmente (e inspiegabilmente) più tra gli amatori che  tra i pro dove i contolli, soprattutto nel ciclimos, negli utimi anni sono diventati molto più pressanti. Ma forse basterebbe poco per combattere una piaga che ha una deriva pericolosa. Ad esempio basterebbe togliere i premi nelle  granfondo. Finche ci saranno premi per chi vince ( e a volte anche sostanziosi)  ci sarà anche  la tentazione di giocare sporco.. Ci saranno gregari che sceglieranno di lasciare il professionismo, dove corrono in retrovia,  per venire a primeggiare ( e guadagnare) nelle gare amatoriali dove i controlli antidoping sono più morbidi che tra i pro o non ci sono affatto. Un’idea per dare una svolta a questa situazione potrebbe arrivare da molte manifestazioni che  pari pari a una gara di mountainbike tra le più importanti e partecipate che si svolge in Francia hanno deciso di andare proprio in questa direzione.  Nessunvincitore, o meglio il vincitore c’è ma il premio è solo la gloria. Gli altri premi vengono sorteggiati. Tra gli applausi e la soddisfazione di tutti. Che non è poco…